Banche: Atlante si presenta, ecco tutti i numeri del fondo. Raccolti 4,25 miliardi
Il fondo Atlante si presenta alla comunità finanziaria. Con una conferenza stampa, organizzata a Milano, i vertici di Quaestio Capital Management, la sgr che gestisce Atlante, hanno snocciolato tutti i numeri dell’operazione più chiacchierata di questi primi mesi del 2016. Come si sa, il primo test per il fondo sarà l’aumento di capitale della Popolare di Vicenza da 1,5 miliardi di euro. Paolo Petrignani e Alessandro Penati, Ad e presidente di Quaestio, hanno fatto sapere che alla mezzanotte di ieri Atlante aveva raccolto 4,25 miliardi di euro da 67 istituzioni italiane ed estere che comprendono banche, assicurazioni, Fondazioni bancarie e Cassa Depositi e Prestiti (CDP).
Il periodo d’investimento del fondo sarà di 18 mesi, estendibile per altri sei mesi per concludere operazioni già in corso. La durata è pari a cinque anni, più tre anni rinnovabili di anno in anno. La leva massima sarà del 110% “per soddisfare temporanee esigenze di liquidità”, si legge nelle slide di presentazione pubblicate da Quaestio Capital Management. L’obiettivo finanziario è quello di ottenere un rendimento di circa il 6% l’anno.
Atlante, nato sotto la forte moral suasion del Governo, avrà due direttive d’investimento: le banche e i Non performing loans (Npl) degli istituti italiani. Fino al 70% dei proventi potranno essere investiti in banche con ratio patrimoniali inferiori ai minimi stabiliti nell’ambito dello Srep e che quindi necessitano, su richiesta delle autorità di vigilanza, interventi di rafforzamento patrimoniale.
Secondo le regole, Atlante non potrà sottoscrivere più del 75% della singola emissione, a meno che la sottoscrizione di una quota maggiore sia necessaria ai fini del buon esito dell’operazione. Inoltre sono possibili ulteriori investimenti in aumenti di capitale delle banche in portafoglio, se richiesti dall’Authority, fino al 30 giugno 2019 salvo che tali investimenti non facciano superare al fondo il limite massimo di 70% investibile in azioni bancarie. Preclusi gli investimenti che comportino l’obbligo di Opa.
Il restante 30% dei proventi di Atlante saranno investiti nei crediti deteriorati delle banche italiane, anche garantiti da asset tramite: tranche junior, occasionalmente mezzanine, in cartolarizzazioni di Npl; veicoli creati ad hoc inclusi fondi d’investimento aventi come sottostanti Npl; beni mobiliari, immobiliari o altri diritti per operazioni di valorizzazione di Npl. Dopo il 30 giugno 2017 tutta la quota di Atlante non investita in banche potrà essere dirottata nei Non performing loans.