Notizie Notizie Italia Italia: ancora in deflazione ad aprile nonostante misure Bce

Italia: ancora in deflazione ad aprile nonostante misure Bce

29 Aprile 2016 09:55
Nonostante le misure straordinarie lanciate dalla Banca centrale europea (Bce) nella zona euro, l’Italia continua a essere in deflazione ad aprile. Secondo le stime preliminari diffuse dall’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, ha registrato una variazione nulla su base mensile e una diminuzione su base annua pari allo 0,4% (era -0,2% a marzo). Il mercato si attendeva una crescita dello 0,2% su base mensile e una flessione dello 0,2% su base annua. 
 
In una nota l’istituto nazionale di statistica ha precisato che “la maggiore flessione tendenziale dell’indice generale è principalmente da attribuire all’accentuarsi del calo dei prezzi degli energetici regolamentati (-4,7%, da -2,7% del mese precedente), alla quale contribuiscono sia il gas naturale (-6,7%, da -5,7% a marzo) sia l’energia elettrica, che segna un’inversione di tendenza (-1,9%, da +1,5% del mese precedente)”.
Pertanto, al netto dei soli beni energetici l’inflazione, pur indebolendosi, rimane in territorio positivo (+0,3%, era +0,4% il mese precedente), così come al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, scende a +0,5% (da +0,6% di marzo). L’inflazione acquisita per il 2016, come a marzo, è pari a -0,4%. (L’ Istat ha ricordato che la prossima pubblicazione è prevista tra due settimane esatte, il 13 maggio). 
 
E nella zona euro?
Secondo i dati diffusi dall’Eurostat, il tasso di inflazione nell’Eurozona si è attestato ad aprile a -0,2% su base annua, in calo rispetto allo 0% del mese precedente. Si tratta della stima preliminare. Gli analisti avevano previsto un miglioramento dell’inflazione allo 0,10 per cento.
 
Unc: raddoppia deflazione, coppia con 2 figli risparmia 140 euro
Dopo i dati Istat sull’inflazione non è tardato ad arrivare il commento delle associazioni dei consumatori. “Nonostante l’azione di contrasto della Bce, il crollo della domanda è tale che i prezzi non possono che scendere. Ecco perché non basta che si punti alla crescita attraverso la sola politica monetaria, ma occorre che anche i Governi, a cominciare dal nostro, si assumano le loro responsabilità. Per l’Italia urge una riforma che abbassi la pressione fiscale sul ceto medio e va respinta qualunque ipotesi di aumento delle aliquote Iva o di ricomposizione della base imponibile”, ha dichiarato Massimiliano Dona, segretario dell’Unione nazionale consumatori (Unc). “In ogni caso l’abbassamento dei prezzi consente di aumentare il potere d’acquisto delle famiglie e, quindi, consente di non avere ulteriori effetti di riduzione dei consumi”, ha proseguito Dona.
 
Secondo i calcoli dell’associazione, la discesa dello 0,9% dei prezzi dei beni ad alta frequenza di acquisto, consente di risparmiare, in termini di minor del costo della vita, per una tradizionale famiglia, una coppia con 2 figli, 140 euro su base annua. Una coppia con 1 figlio spenderà, invece, 130 euro in meno nei dodici mesi, un pensionato con più di 65 anni sborserà 71 euro in meno, -76 euro un single con meno di 35 anni, -104 euro una coppia senza figli con meno di 35 anni (confronta tabella)
Tabella Unc