Banche: Abi, sofferenze a gennaio oltre i 185 miliardi, mutui casa +35% a novembre-gennaio
La rischiosità dei prestiti in Italia è ulteriormente cresciuta e le sofferenze lorde sono risultate a gennaio 2015 pari a quasi 185,5 miliardi dai 183,7 miliardi di dicembre 2014. E’ quanto si legge nel Rapporto mensile stilato dall’Abi. Il rapporto sofferenze lorde su impieghi è del 9,7% a gennaio 2015 (8,4% un anno prima; 2,8% a fine 2007), valore che raggiunge il 16,3% per i piccoli operatori economici (14,2% a gennaio 2014; 7,1% a fine 2007), il 16,3% per le imprese (13,4% un anno prima; 3,6% a fine 2007) e il 7% per le famiglie consumatrici (6,5% a gennaio 2014; 2,9% a fine 2007).
Le sofferenze nette registrano a gennaio 2015 una diminuzione, passando da 84,5 miliardi di dicembre a 81,3 miliardi di gennaio. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è risultato pari al 4,50% a gennaio 2015 dal 4,64% di dicembre 2014 (4,31% a gennaio 2014; 0,86%, prima dell’inizio della crisi). L’elevato livello delle sofferenze, spiega l’Abi, è anche determinato dalla lunghezza delle procedure di recupero dei crediti. I più recenti dati del Ministero della Giustizia segnalano che nel 2012 la durata media dei procedimenti di fallimento era pari mediamente a 7 anni, con punte di 20 anni a Messina. La durata media dei procedimenti di esecuzioni immobiliari era di 3 anni e 5 mesi per i, con oltre 7 anni a Potenza.
Mutui casa +35% a novembre-gennaio, prestiti -1,4% a febbraio
Segnali positivi emergono per le nuove erogazioni di prestiti bancari. Secondo quanto emerge dal Rapporto, i finanziamenti alle imprese hanno segnato in termini di valore cumulato del trimestre novembre 2014-gennaio 2015 un incremento sul corrispondente periodo dell’anno precedente (novembre 2013-gennaio 2014) di circa il 4%. In termini di nuove erogazioni di mutui per l’acquisto di immobili sempre nello stesso periodo di riferimento si è registrato un incremento annuo di oltre il 35%, mentre, nello stesso periodo, il flusso delle nuove operazioni di credito al consumo ha segnato un incremento su base annua dell’8,1%.
A febbraio 2015 il totale dei finanziamenti a famiglie e imprese ha presentato una variazione annua di -1,4%, -1,5% il mese precedente e migliore rispetto al -4,5% di novembre 2013, quando aveva raggiunto il picco negativo. Questo di febbraio 2015 per i prestiti bancari a famiglie e imprese è il miglior risultato da luglio 2012. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, a oggi i prestiti all’economia sono passati da 1.673 a 1.821 miliardi di euro, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.405 miliardi di euro.
Tasso mutui scende al 2,78%, raccolta obbligazioni a -13,5%
A febbraio 2015, i tassi di interesse sui prestiti si sono posizionati in Italia su livelli ancora bassi. Il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,57%, minimo storico (3,63% il mese precedente; 6,18% a fine 2007). Il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è attestato al 2,78% (2,82% il mese precedente e segnando il valore più basso da ottobre 2010; 5,72% a fine 2007). Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è collocato al 2,54% (il valore più basso da ottobre 2010) dal 2,45% di gennaio 2015 (5,48% a fine 2007)
In Italia diminuisce, su base annua, la raccolta a medio e lungo termine cioè tramite obbligazioni, (a febbraio 2015: -13,5%, segnando una diminuzione su base annua in valore assoluto di 68,5 miliardi di euro) il che penalizza l’erogazione dei prestiti a medio e lungo termine. Mentre i depositi aumentano – sempre a fine febbraio 2015 – di quasi 52,3 miliardi di euro rispetto all’anno precedente (su base annua, +4,3%, +5,1% a gennaio 2015). L’andamento della raccolta complessiva (depositi da clientela residente + obbligazioni) registra a febbraio 2015 una diminuzione di circa 16,2 miliardi di euro rispetto ad un anno prima, manifestando una variazione su base annua di -1% (-0,6% a gennaio 2015), risentendo della dinamica negativa della raccolta a medio e lungo termine. Dalla fine del 2007, prima dell’inizio della crisi, ad oggi la raccolta da clientela è passata da 1.513 a 1.701,2 miliardi di euro, segnando un aumento – in valore assoluto – di quasi 190 miliardi.