Banca d’Italia: slittamento deficit? Scelta motivata. Italia in recessione nel III trimestre
“Dopo una sostanziale stabilizzazione nella seconda parte del 2013, l’economia italiana è tornata a indebolirsi“. Così Banca d’Italia nel suo Bollettino economico di ottobre, in cui spiega che “nella prima metà di quest’anno il Pil ha risentito del protrarsi della caduta degli investimenti e, in misura minore, dell’effetto dell’andamento sfavorevole del commercio internazionale sulle nostre esportazioni. Migliorano invece i consumi delle famiglie, che hanno registrato un modesto rialzo. Secondo nostre valutazioni, nel terzo trimestre il Pil avrebbe segnato una nuova, lieve flessione“.
Palazzo Koch ricorda come “alla fine di settembre il Governo ha aggiornato le previsioni di finanza pubblica di aprile alla luce del peggioramento del quadro macroeconomico. Viene confermato l’impegno a mantenere il disavanzo entro il 3% del prodotto, ma sia il percorso di avvicinamento all’obiettivo di medio termine sia quello di riduzione del debito subiscono un rallentamento. Rispetto alle previsioni a legislazione vigente, l’indebitamento netto del 2015 viene accresciuto di 0,7 punti percentuali del prodotto, al 2,9%“. Alla luce di questo Banca d’Italia rileva che “data l’eccezionale durata e profondità della recessione, le scelte del Governo appaiono motivate“. Infatti per l’istituto guidato da Ignazio Visco, “un più graduale processo di riequilibrio può aiutare a evitare una spirale recessiva della domanda” e “si giustifica se i margini di manovra che ne derivano saranno utilizzati efficacemente per rilanciare la crescita dell’economia e innalzare il potenziale di sviluppo nel medio e lungo termine”.
Via Nazionale osserva “segnali di stabilizzazione” nel mercato del lavoro: “l’occupazione ha ripreso a crescere in primavera, ancorché debolmente, per poi ristagnare in estate; il tasso di disoccupazione si è marginalmente ridotto. La bassa intensità di utilizzo della manodopera e le aspettative delle imprese delineano tuttavia prospettive ancora incerte”. Per quanto riguarda l’inflazione, questa “è divenuta leggermente negativa in agosto e in settembre”. Per Banca d’Italia “rimane elevato il rischio che un periodo prolungato di bassa inflazione, se non di calo dei prezzi, metta a repentaglio l’ancoraggio delle aspettative; ne scaturirebbero effetti sfavorevoli sul livello dei tassi di interesse reali e sull’andamento del debito in rapporto al Pil“.
Il 26 ottobre, rammenta l’istituto centrale, saranno pubblicati i risultati dell’esercizio di valutazione approfondita sulle maggiori banche dell’area dell’euro condotto dalla Bce e dalle autorità di vigilanza nazionali. “Tale esercizio consentirà di accrescere la fiducia nella solidità del sistema bancario dell’area, rafforzandone la capacità di finanziare l’economia”.