Notizie Notizie Italia Banca d’Italia: Pil 2013 visto a -1,9%, attesa inversione di tendenza a fine anno

Banca d’Italia: Pil 2013 visto a -1,9%, attesa inversione di tendenza a fine anno

16 Ottobre 2013 14:06

Nel secondo trimestre del 2013 il Pil è diminuito dello 0,3% rispetto al periodo precedente, un calo decisamente più contenuto rispetto ai due trimestri precedenti. E’ quanto si legge nel Bollettino Economico della Banca d’Italia. Se l’attività economica restasse sul livello raggiunto nel secondo trimestre, nel complesso del 2013 il prodotto diminuirebbe dell’1,9%. Via Nazionale spiega che negli ultimi mesi, anche in virtù del miglioramento del ciclo economico europeo, sono emersi per l’economia italiana alcuni segnali qualitativi positivi. Il giudizio delle imprese sulle condizioni per investire è migliorato, tornando su valori prossimi a quelli precedenti la crisi dell’estate del 2011, sia nell’industria sia nei servizi. Il calo della produzione industriale è proseguito in luglio e, in misura minore, in agosto. Nel trimestre estivo il ritmo di caduta del Pil dovrebbe essersi pressoché annullato. Banca d’Italia profila, in linea con il quadro prefigurato nel Bollettino economico dello scorso luglio, la possibilità di un’inversione di tendenza dell’attività economica entro la fine dell’anno, cui la ripresa degli investimenti fornirebbe un contributo significativo.

Cercano lavoro in oltre 3 milioni, valore più alto dal ’92
La caduta dell’occupazione, intensa nel primo trimestre di quest’anno, si è attenuata nel secondo e la tendenza risulta confermata anche in luglio e in agosto. Nel secondo trimestre il tasso di disoccupazione è aumentato in misura relativamente più contenuta rispetto a quelli precedenti e ha raggiunto il 12% (10,5 nel corrispondente periodo dell’anno precedente), anche per effetto del calo dell’offerta di lavoro. La dinamica del tasso di disoccupazione giovanile, definito con riferimento alla classe di età 15-24 anni, è rimasta sostenuta e l’indice ha raggiunto il 37,3% (3,4 punti percentuali in più rispetto a un anno prima). Nel secondo trimestre del 2013 il numero di persone in cerca di occupazione è stato pari a circa 3,1 milioni, il valore più elevato dal 1992, anno di inizio delle serie storiche destagionalizzate definite secondo criteri internazionali.

Inflazione, aumento Iva pesa meno di mezzo punto percentuale
A settembre l’inflazione è scesa allo 0,9% sui dodici mesi, confermandosi leggermente inferiore a quella media dell’area e su un livello molto basso nel confronto storico. Al netto delle componenti più volatili si è attestata all’1,3%, coerentemente con il contesto di prolungata debolezza della domanda interna. L’aumento dell’aliquota ordinaria dell’Iva, entrato in vigore all’inizio di ottobre, eserciterebbe una temporanea spinta al rialzo dell’indice dei prezzi al consumo pari, nell’ipotesi di traslazione totale, a meno di mezzo punto percentuale nell’arco dei prossimi dodici mesi.

Attento monitoraggio per centrare target 3% deficit/Pil
In un quadro macroeconomico meno positivo di quello prospettato in aprile, il Governo si è impegnato a mantenere l’indebitamento netto per il 2013 entro la soglia del 3% del Pil. A tal fine è stato approvato lo scorso 9 ottobre un intervento correttivo pari allo 0,1 per cento del prodotto. L’avanzo primario sarebbe pari al 2,4 per cento del Pil. Per garantire il conseguimento dell’obiettivo per il disavanzo, per Banca d’Italia sarà necessario un attento monitoraggio dei conti negli ultimi mesi dell’anno.

Va colta occasione offerta dal quadro congiunturale
È essenziale non disperdere le opportunità offerte dal miglioramento del quadro congiunturale dell’area dell’euro e dai primi segnali di stabilizzazione in Italia. Le politiche di sostegno alla liquidità delle imprese stanno avendo effetti favorevoli”. Avverte Banca d’Italia. “L’impegno a promuovere la crescita nell’ambito di un disegno riformatore coerente e sistematico e il rispetto scrupoloso degli obiettivi di bilancio rimangono elementi cruciali per sciogliere i nodi che soffocano la capacità competitiva dell’economia italiana. Il rafforzamento dell’assetto istituzionale europeo, di cui l’Unione bancaria è una tappa fondamentale, dovrà anch’esso contribuire al raggiungimento di condizioni più distese sui mercati finanziari nell’area dell’euro e nel nostro paese, concorrendo a interrompere la spirale negativa tra rischio sovrano e banche”.