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Azionario globale: il Buffett Indicator lancia l’SOS

27 Giugno 2023 15:11

Buffett Indicator, cosa ci dice dei mercati il parametro ‘bolla’ preferito da Warren Buffett

L’indicatore preferito di Warren Buffett, noto come “Buffett Indicator”, lancia un SOS sulle condizioni in cui versa l’azionario globale. Lo ha fatto notare con un post pubblicato su Twitter lo stesso analista e opinionista dei mercati Holger Zschaepitz di Welt, con tanto di grafico per fare il punto della situazione.

L’indicatore crash di Buffett sta suonando di nuovo l’allarme, dopo che le azioni sono salite così tanto nel corso di quest’anno – ha scritto Holger Zschaepitz nel tweet – L’azionario globale vale ora più del Pil globale”.

E’ riassunto in questa frase il parametro preferito da Buffett: il “Buffett indicator” è il rapporto che divide la capitalizzazione di mercato globale costituita dalle azioni quotate in Borsa sui vari listini azionari mondiali per il valore globale del Pil:

ogni valore superiore al 100% suggerisce che le azioni viaggiano a valori sopravvalutati rispetto al valore dell’economia mondiale.

Di questo rapporto, il fondatore e ceo di Berkshire Hathaway parlò per la prima volta in un’intervista rilasciata al magazine Fortune, nel 2001.

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Buffett Indicator applicato all’azionario globale. Cosa dice il ratio Usa

Va precisato che, in realtà, l’oracolo di Omaha fece riferimento al ratio tra il valore della borsa Usa e il Pil Usa, definendo il parametro “probabilmente il migliore parametro singolo, capace di misurare il punto in cui le valutazioni viaggiano in qualsiasi momento”.

L’espressione “Buffett Indicator” è così popolare da essere spesso digitata nel motore di ricerca Google, per riuscire a comprendere l’indicatore in modo più approfondito.

Il sito Current Market Valuation aggiorna anche i valori sia del Pil Usa che della capitalizzazione aggregata di Wall Street, per calcolare il parametro.

“Questo rapporto fluttua nel corso del tempo, in quanto il valore del mercato azionario può essere molto volatile, mentre il Pil tende a crescere in un modo molto più prevedibile”, si legge nel sito.

L’attuale ratio pari al 173% – continua l’articolo – è superiore approssimativamente al 44,73% rispetto alla linea del trend storico, fattore che suggerisce che l’azionario (Usa) è sopravvalutato rispetto al valore del Pil Usa”.

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Il parametro sfornato con la bolla dot-com. Attenti alla soglia pericolo

Di questo parametro, Warren Buffett parlò la prima volta commentando la bolla dot-com.

Il ceo di Berkshire Hathaway ricordò come questo parametro fosse schizzato, fenomeno che, a suo avviso, “sarebbe stato un campanello di allarme molto forte” sull’arrivo imminente di un disastro, nel caso in cui a esso fosse stata prestata una maggiore attenzione.

Buffett aggiunse che un valore dell’azionario Usa pari al 70-80% del Pil degli Stati Uniti avrebbe consentito di incassare guadagni, mentre un numero vicino al 200% avrebbe significato “giocare con il fuoco”.

Nel presentare il parametro preferito di Warren Buffett, l’articolo di Business Insider mette in evidenza che, a livello globale, il Buffett Indicator – ovvero in questo caso il rapporto tra il valore aggregato dell’azionario globale e il Pil globale) viaggia al momento attorno al 110%.

Il pericolo ‘bolla’ non sarebbe dunque ancora conclamato, visto che il ratio è ancora distante dal 200% circa indicato dal Re Mida dell’azionario come soglia di pericolo.

Detto questo, un’analisi di Market Insider ha calcolato il parametro che si riferisce all’azionario Usa, rendendo noto che, in questo caso, il Buffett Indicator è pari al momento al 159%: l’elevata percentuale si spiega con gli scatti rialzisti dello S&P 500 e del Nasdaq Composite, pari rispettivamente a +13% e +29% dall’inizio di quest’anno.

La buona notizia è che, anche nel caso di Wall Street, il parametro oscilla a un valore ancora decisamente inferiore rispetto al picco superiore al 200% che venne testato alla fine del 2021.

Grande l’attenzione che il Buffett Indicator continua ad attrarre.

Nel 2018, il giornalista finanziario del Wall Street Journal Mark Hulbert inserì il parametro nella lista degli “Otto migliori indicatori capaci di prevedere il mercato nel lungo termine”.