Azionario, ansia correzione? Kairos: nessuna paura, ecco perchè
“Settembre è un mese che storicamente porta con sé volatilità e talvolta ribassi di borsa. Dopo molti mesi di rialzo azionario è possibile ora attendersi una fase di correzione, anche alla luce di numerosi fattori negativi che potrebbero influenzare i mercati, ma con un orizzonte temporale di breve termine, perché la visione complessiva resta positiva, sia per l’economia che per la borsa con molti elementi favorevoli che fanno pensare ad una possibile riaccelerazione nell’ultima parte dell’anno. Questo il tema che Alessandro Fugnoli, Strategist di Kairos, approfondisce nel suo appuntamento mensile “Al 4° piano”, nel report dal titolo “C’è da preoccuparsi? Possibile una correzione delle borse ma lo scenario a 12 mesi non cambia”
“Settembre è un mese che storicamente porta con sé volatilità e talvolta ribassi di borsa. La ragione è che i portafogli in anni normali, e quindi di crescita, nella prima parte dell’anno tendono ad esporsi gradualmente al rischio fino ad arrivare ad un livello di posizionamento che diventa difficile difendere nel caso arrivi qualche sorpresa negativa, anche modesta. È possibile che anche quest’anno venga seguito lo stesso percorso e che dopo 15 mesi di rialzo azionario e mozzafiato ci sia una fase di correzione. Le soprese negative non mancano, l’inflazione non mostra ancora segni di discesa, le strozzature nelle filiere produttive non accennano ad attenuarsi e non sono anzi esacerbate dai rallentamenti causati dalla variante delta, in particolare in Asia negli ultimi due mesi”.
Fugnoli continua:
“Ma i problemi non sono solo dal lato dell’offerta, anche la domanda, in particolare in America, sembra avere perso di slancio. Questo doppio rallentamento, dell’offerta e della domanda, è particolarmente visibile, ad esempio nel settore dell’automotive. Mentre l’economia perde qualche colpo, le politiche monetarie e fiscali cominciano a manifestare qua e là un orientamento al ripristino della normalità, che significa uno smantellamento graduale delle misure straordinarie di sostegno all’economia”.
L’interrogativo è il seguente:
“C’è dunque di che preoccuparsi considerando che la corsa delle borse è stata quasi senza sosta per più di un anno? Con gli elementi che abbiamo a disposizione, possiamo al momento limitare la cautela al breve termine, una correzione del 5-7% sarebbe a questo punto assolutamente fisiologica, i grandi rialzi dei decenni scorsi, dopo tutto, hanno subito tutti correzioni anche più pronunciate, senza che questo abbia messo in discussione il paradigma generale del rialzo. Gli elementi che rendono possibile pensare a una riaccelerazione nell’ultima parte dell’anno non mancano: la variante delta sembra essere al suo picco in molti Paesi, ogni giorno in questo periodo ricevono una dose di vaccino 40 milioni di persone, e la disponibilità di dosi è notevolmente ampliata dappertutto. L’inflazione a monte del processo produttivo, quella delle materie prime e dei prezzi all’ingrosso, sembra avere toccato un picco. Che alcuni prezzi, come quello del rame e dell’alluminio siano ancora in tensione è in realtà un segno di forza della domanda industriale. È vero, le politiche monetarie e fiscali si apprestano ad iniziare il ritorno verso la normalità, ma per ora nulla di concreto è stato definito nei tempi e nei modi. È immaginabile che le politiche di rientro verranno avviate solo quando ci sarà evidenza che l’emergenza è davvero passata”.
“Insomma – conclude Alessandro Fugnoli – come è stato giustamente osservato, non ha senso preoccuparsi al tempo stesso del rallentamento dell’economia e delle nuove politiche restrittive. Se ci sarà rallentamento, le politiche rimarranno espansive, se invece diventeranno restrittive vorrà dire che l’economia si mantiene su un percorso di crescita robusta. Notiamo poi che i problemi di cui abbiamo parlato toccano in misura limitata l’Europa, dove la crescita nei prossimi mesi continua a profilarsi molto buona. In pratica, dunque, per qualche settimana sarà consigliabile una certa cautela sui mercati azionari, ma la visione a 12 mesi tuttavia non cambia di molto e resta positiva, sia per le economie sia per le borse”.