Notizie Notizie Mondo Brexit, JP Morgan prepara avviso di sfratto ai dipendenti. Alert no-deal da Bruxelles

Brexit, JP Morgan prepara avviso di sfratto ai dipendenti. Alert no-deal da Bruxelles

25 Marzo 2019 15:17

JP Morgan si prepara al no-deal Brexit e dà un avviso ‘di sfratto’ ai propri dipendenti. E’ quanto riporta Bloomberg, precisando che il colosso americano di investment banking sta chiedendo al suo staff di 300 persone di firmare nuovi contratti. Con la firma, i dipendenti si impegnano a lasciare il Regno Unito in caso di no-deal Brexit.

Dalle indiscrezioni risulta che “ai dipendenti (di JP Morgan), che lavorano in dipartimenti come quelli di vendite e rischi, sono stati presentati alcuni contratti, la scorsa settimana, che li impegnano a stabilirsi in un altro paese dell’Unione europea come la Germania e la Francia, in caso di scenario no-deal. Lo hanno riportato alcune fonti, che hanno preferito non essere identificate in quanto i dettagli (dei contratti) sono privati”.

Non si tratta di una notizia inaspettata, tutt’altro. I dipendenti erano stati avvisati, infatti, della possibilità (di dover essere ricollocati),  ma con JP Morgan che sta attivando i suoi piani di emergenza per la Brexit, devono ora decidere se trasferirsi o rischiare di perdere il loro posto di lavoro. La banca ha intenzione di ricollocare il suo staff in altri ruoli, al fine di evitare i licenziamenti”.

Intanto, il timore di un no-deal Brexit si intensifica, se si considera che la Commissione europea è tornata a lanciare un alert, affermando che è “sempre più probabile” che il Regno Unito lasci il blocco europeo senza che venga raggiunto un accordo.

La nuova data di scadenza, stando a quanto emerso dalla riunione del Consiglio europeo della scorsa settimana, è il prossimo 12 aprile. Entro quella data, se il Parlamento non darà la sua approvazione all’accordo che il Regno Unito ha concordato con Bruxelles lo scorso novembre, sui termini del divorzio, lo spettro no-deal Brexit diventerà reale.

Gli ultimi rumor parlano intanto di una riunione di emergenza che si è tenuta nel fine settimana a Chequers tra la premier britannica Theresa May, alcuni suoi fedeli e i Brexiteers più agguerriti.

In tutto 14 i presenti attorno al tavolo per decidere il destino del paese. Tra questi, anche ex ministri del governo May: Boris Johnson, David Davis e Dominic Raab, così come anche i rappresenti più di rilievo del gruppo ERG: Jacob Rees-Mogg, Steve Baker e l’ex leader dei Tories, Iain Duncan Smith.
Stando ad alcune fonti sentite da Beth Rigby, deputy political editor di Sky, i Brexiteers avrebbero messo alle strette May con un ultimatum, emanato per voce di Rees-Mogg e Duncan Smith.

Un messaggio semplice: “Se il primo ministro desidera che il suo accordo sulla Brexit superi la prova della Camera dei Comuni, allora dovrà fissare una data chiara in cui accetterà di farsi da parte, permettendo a un altro leader di negoziare il rapporto futuro del Regno Unito con l’Unione europea”.

May dovrà insomma tornare dietro le quinte della scena politica, anche se un ministro del suo esecutivo, ha avvertito che la “Brexit è un rebus e la risposta non è un nuovo leader”.