Avvio debole in Europa, aspettando la Bce. Preoccupa l’escalation di violenza in Egitto
Avvio di seduta in territorio negativo questa mattina per le Borse del Vecchio Continente, in scia ai realizzi maturati dopo sedute di robusti guadagni e alla nuova ondata di tensioni in Egitto dove continuano gli scontri tra i sostenitori e gli oppositori del presidente Hosni Mubarak. Piazza Tahrir, al Cairo, si prepara al decimo giorno di protesta contro Mubarak. Dopo gli scontri delle ultime ore tra sostenitori dell’anziano raìs e oppositori, che secondo il ministero della Salute egiziano hanno provocato almeno cinque morti e 836 feriti, proseguono le sassaiole tra i due schieramenti. Stando alla tv al-Jazeerà, alcune persone sono state arrestate, ma la notizia non trova al momento conferme ufficiali. Stamani all’alba si sono uditi in città colpi d’arma da fuoco.
I sostenitori del presidente hanno assicurato che oggi arriveranno in massa a Piazza Tahrir, mentre centinaia di oppositori stanno marciando verso la piazza e si teme una nuova giornata di sangue. Questi ultimi, che fino a ieri gridavano Mubarak, vattene, hanno cambiato slogan e urlano assassino a Mubarak. La prudenza da parte degli investitori è dettata anche dall’attesa che accompagna la riunione del board della Bce in vista degli orientamenti che potranno emergere in materia di tassi. E’ dall’inizio della settimana che la speculazione è attiva sulla possibilità di un anticipo del rialzo dei tassi da parte della Banca centrale europea, alimentato dalla nuova impennata dell’inflazione nel mese di gennaio. Stamattina in realtà sta prendendo corpo il parere che la Bce potrebbe non essere così aggressiva, segnala un trader.
“Il tasso di riferimento della Bce resterà probabilmente invariato all’1,0%, livello stabilito nel maggio 2009 e le Borse andranno incontro a nuove prese di beneficio prima che escano i dati sui posti di lavoro non agricoli negli Stati Uniti”, avverte un altro operatore secondo cui il downgrade dell’Irlanda da parte dall’agenzia di rating Standard and Poor’s di ieri ha inferto un colpo all’ascesa dei mercati, che avevano bisogno di un pretesto per imboccare la via dei ribassi. S&P ha portato il rating a lungo termine a A- e mantenuto un outlook negativo, citando l’incertezza sulla ricapitalizzazione delle banche in Irlanda. E così apertura di seduta in lieve calo per le borse europee con Parigi che cede lo 0,30% e Londra che cala dello 0,19%. Invariata Francoforte. A Milano il Ftse Mib perde lo 0,3% e il Ftse All Share lo 0,26%.
A Milano gli acquisti si concentrano su Ansaldo (+1,66% a 11,05 euro), Parmalat (+0,77% a 2,292 euro), Cir (+1,03% a 1,57 euro) e Lottomatica (+0,47% a 10,75 euro). Focus sui petroliferi con il prezzo del petrolio che si mantiene sui valori del 2008. Realizzi su Eni (-0,78% a 17,91 euro) e sulla controllata Saipem (-0,43% a 37,45 euro). A togliere appeal al Cane a sei zampe le indiscrezioni che ventilano di uno stop alle trattative con la brasiliana Petrobras sulla partecipazione del 33,34% del gruppo italiano nella portoghese Galp. Secondo il tam tam di Borsa i colloqui tra le due società sono vicine alla rottura perchè le parti non riescono a trovare un accordo sul prezzo. Lo ha detto una fonte vicina all’operazione, aggiungendo che Eni prosegue i colloqui con altri interlocutori interessati alla partecipazione in Galp.
Dopo un avvio in negativo imboccano la via dei rialzi i bancari con Unicredit che adesso sale dell’1,27% a 1,908 euro e con Intesa SanPaolo in progresso dello 0,39% a 2,592 euro. Il mercato continua ad interrogarsi sull’affaire Pioneer. Per l’Antitrust il giudizio sull’eventuale fusione fra le due sgr Eurizon e Pioneer non si baserà sulla nazionalità e la difesa di interessi locali ma sulla ricerca dell’efficienza e il miglior trattamento dei consumatori, ha detto il presidente Antonio Catricalà.
Su anche Mediobanca (+0,59% a 7,7 euro) e Mps (+0,66% a 0,910 euro). Bene la Banca Popolare di Milano (+0,95% a 3,18 euro). Secondo la stampa, sta aumentando la conflittualità interna infra-sindacale. Tra i motivi dello scontro, le diverse visioni sull’opportunità di rivedere la governance, anche in vista della redazione attesa in autunno delle nuove liste per il rinnovo del consiglio previsto per la primavera 2012. Infine, anche il ruolo del chairman è a rischio, con Ponzellini che secondo la stampa potrebbe uscire anzitempo. “Giudichiamo positivamente ogni scossone che possa portare ad un aggiornamento del sistema di governance della banca”, commentano gli analisti di Intermonte.
Segno meno invece per Fiat (-0,99% a 7,03 euro). La firma sull’accordo di programma per la reindustrializzazione del polo industriale di Termini Imerese avverrà il 16 febbraio. A sorpresa per Termini Imerese è arrivata anche un’ottava offerta, quella della società di Isernia DR Motor Company, scrivono alcuni quotidiani. Resta sospesa dalle contrattazioni di Borsa anche oggi Uniland. La Guardia di Finanza di Bologna ha comunicato ieri mattina che stava arrestando il socio di maggioranza Alberto Mezzi e altre due persone nell’ambito di un’inchiesta contro il market abuse. Fa notizia il Sole 24 Ore, oggi in sciopero. L’assemblea dei giornalisti del quotidiano ha proclamato lo sciopero immediato, affidando al Cdr un pacchetto di altri 5 giorni di sciopero. Nelle retrovie si guarda infine anche alla As Roma (-1,31% a 1,205 con il fondo Aabar Investments che ha detto di non aver presentato un’offerta e di non avere intenzione di farlo.