Auto Europa: cosa aspettarsi nel 2015? Credit Suisse è ottimista, Fca promossa a neutral
I comparto dell’auto europeo ingranerà la quarta nel 2015 o rallenterà? La possibilità di un quantitative easing da parte della Bce, che potrebbe far calare l’euro, il calo del petrolio che proseguirà anche nei prossimi mesi e l’evolversi dei rapporti con la Russia saranno alcuni dei fattori che inevitabilmente influenzeranno i mercati finanziari in generale, e il settore delle quattro ruote europeo in particolare. Ne sono convinti gli analisti di Credit Suisse che hanno messo sotto la lente di ingrandimento i grandi nome dell’industria automobilistica europea, ritoccando giudizi e prezzi obiettivi.
Su quali nomi puntare?
Sul comparto, gli analisti sono ottimisti, con alcune distinzioni però. Una forte guidance accompagnata da un ampio piano di riduzione dei costi sosterrà Audi, del gruppo tedesco Volkswagen, il cui giudizio si mantiene sul più alto gradino (outperform). Da evitare invece l’altra tedesca, BMW, il cui rating viene confermato a underperform: “Nel 2015 è priva di qualsiasi importante rinnovo di modelli mentre si prevede una produzione fuori dalla Cina che scenderà ulteriormente nel corso dell’anno (già in calo del 4% nell’ultimo trimestre del 2014)”. Tra le azioni auto preferite da Credit Suisse c’è anche la francese Renault (outperform) grazie ai lanci nel segmento C che proseguiranno nel 2015 e un piano di riduzione dei costi da 4,3 miliardi insieme a Nissan. Promozione a neutral per la francese Peugeot e l’italiana Fca (target price a 8,5 euro). “Rimaniamo prudenti sul business non americano di Fca – sostengono gli analisti – e aspettiamo ulteriori dettagli sull’Ipo di Ferrari”. Confermati a neutral Daimler e Porsche.
I fattori da tenere d’occhio
Ma quali sono i temi e i fattori che influenzeranno l’intero comparto automobilistico? Secondo gli esperti della banca svizzera, la volatilità già intravista nel 2014 proseguirà anche quest’anno, a causa dell’incertezza politica relativa a diversi appuntamenti elettorali, oltre che delle future mosse della Bce e delle quotazioni del petrolio. “La deflazione è un rischio in termini di pricing e di minore costi di produzione anche se i produttori di pneumatici sono i principali beneficiari del petrolio più basso“, sostengono gli economisti nella nota odierna. Per quanto riguarda la debolezza dell’euro, gli analisti di Credit Suisse vedono improbabile un beneficio a breve termine per i produttori europei, data la più forte debolezza dello yen e del rublo.
A livello geografico, l’Europa rimarrà su una altalena, con le immatricolazioni stimate in rialzo del 4% nel 2015, ma comunque strettamente correlate alla disoccupazione. Altro mercato chiave sarà la Cina, con una domanda in crescita e una normalizzazione dei prezzi. Ma anche la Russia e l’America Latina saranno tra i fattori principali del 2015.