Auto: al vaglio nuovi “rimedi” in America, da oggi Fiat si ferma per un mese
Provvedimenti di emergenza in arrivo per l’industria automobilistica americana. Dopo il secco “no” arrivato dal Senato agli aiuti di Stato per i produttori statunitensi, Washington studia le nuove possibili mosse. Il tempo stringe. E già nel pomeriggio di venerdì, la Casa Bianca ha avanzato l’ipotesi di utilizzare parte dei fondi già stanziati per il salvataggio delle banche, il cosiddetto Tarp (Troubled Assets Relief program), per sostenere il comparto delle quattroruote. La cifra, tuttavia, sarebbe inferiore ai 14 miliardi richiesti da General Motors e Chrysler.
Secondo voci di stampa, per le tre case automobilistiche a stelle e strisce potrebbe, infatti, arrivare una boccata d’ossigeno da 8 miliardi di dollari. E’ quanto la Casa Bianca potrebbe offrire ai tre big di Detroit per scongiurare il fallimento. Quel che è certo, tra un’indiscrezione e l’altra, é che nel fine settimana il Governo ha esaminato i conti dei tre gruppi di automobilistici per cercare di capire quali misure adottare per garantire loro la sopravvivenza almeno fino a gennaio, quando si insedierà il nuovo presidente, Barack Obama.
Intanto, anche in Italia la situazione comincia a scricchiolare. Da oggi Fiat si fermerà per quasi un mese. Uno stop mai così esteso nella storia della casa automobilistica torinese. Il calo di produzione atteso è di decine di migliaia di pezzi e riguarderà le vetture auto ma anche i trattori, i camion e la componentistica. I lavoratori andranno in cassa integrazione fino a lunedì 12 gennaio e l’intervento coinvolge quasi 50 mila addetti. “Il 2009 sarà un anno difficile, il più difficile che io abbia mai visto in tutta la mia vita”, ha dichiarato Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo.
Eppur qualcosa si muove nel Belpaese. O almeno così pare. Secondo le indiscrezioni riportate MF-Milano Finanza, che rilanciano l’ipotesi avanzata da Ubs, il Lingotto avrebbe in mente di convolare a nozze con i francesi di Psa Peugeot-Citroën. A Torino nessuno si rponuncia, anche se fonti vicine a Palazzo Chigi svelano che il premier Silvio Berlusconi e il presidente transalpino, Nicolas Sarkozy, avrebbero già affrontato l’argomento di una possibile integrazione tra le due case automobilistiche continentali.