Notizie Notizie Mondo Il Senato Usa boccia il piano di aiuto all’auto, sulle Borse torna la sfiducia

Il Senato Usa boccia il piano di aiuto all’auto, sulle Borse torna la sfiducia

12 Dicembre 2008 09:12

Il piano anti-crisi per l’industria dell’auto statunitense non vedrà la luce prima del prossimo anno. E’ questa la conseguenza piùn importante del mancato voto favorevole del Senato Usa al pacchetto di aiuti da 14 miliardi predisposto per General Motors, Chrysler e Ford. Determinante l’ostruzionismo dei membri repubblicani della camera alta dopo che nei giorni scorsi il progetto aveva già avuto il via libera della Camera dei Rappresentanti e prima ancora il benestare del presidente in carica Bush e di quello eletto Barack Obama. Il piano ha ricevuto solo 35 voti favorevoli contro i 60 necessari. 


In assenza di nuove opzioni, per General Motors e Chrysler, le due case considerate più bisognose dei fondi statali, potrebbe ora aprirsi un difficile periodo di transizione. Secondo stime i 14 miliardi avrebbero infatti rappresentato per i due big dell’auto risorse sufficienti per l’ordinaria gestione fino a marzo. Tra le ipotesi anche quella del fallimento, circostanza che avrebbe gravi conseguenze occupazionali. Nel settore sono direttamente impiegate 250mila persone, ma si calcola che tra indotto e reti distributive il conteggio complessivo possa interessare circa 3 milioni di americani.


L’ipotesi del fallimento di uno dei maggiori gruppi automobilistici mondiali si è subito ripercossa in Borsa. Tutte le Borse europee segnano marcati cali. A Milano il Mibtel cede il 3,78% a 14749 punti e l’S&P/Mib il 4,33% a 18825 punti, con Fiat che perde il 6,02% a 5,150 euro. Decisi i ribassi anche sui listini di tutta Europa. Sempre nel settore auto Renault cede il 5,45% e Daimler il 4,82%, ma è quello dei finanziari il settore di gran lunga peggiore. Lo Stoxx Banks cede oltre il 5%, con ribassi sopra il 7% per Aegon, Ubs, e Credit Agricole, mentre per molti dei maggiori gruppi finanziari continentali i ribassi superano comunque i 5 punti percentuali. Tra i titoli italiani Intesa cede il 6,8%, Unicredito il 4,8%, Mps il 5,33% e Banco Popolare il 3,4 per cento.