L’asta spagnola fa cilecca: i rendimenti generosi non bastano più a Madrid
Gli avvertimenti di Moody’s e di Fitch non sono andati a vuoto. Hanno riportato nell’occhio del ciclone la Spagna. E il risultato dell’asta dei titoli di Stato spagnoli di questa mattina, che ha visto schizzare i rendimenti, la dice lunga sul nervosismo del mercato. Il tasso dei titoli di Stato spagnoli è salito al 5,446% da 4,615%. E questo nonostante Madrid abbia pagato un prezzo altissimo. Sono stati venduti 2,4 miliardi di euro in titoli, meno del target che il Tesoro spagnolo aveva in mente.
In particolare, Madrid ha emesso 1,78 miliardi di euro di bond decennali a un tasso medio del 5,446%, che si compara con un tasso del 4,615% dell’ultima asta datata 18 novembre. Questa mattina sono stati anche venduti 618,7 milioni di euro di titoli a 15 anni a un tasso del 5,953%, che si compara con quello del 4,541% dello scorso 21 ottobre. Il Tesoro puntava a raccogliere qualcosa di più: almeno tre miliardi di euro. Ma evidentemente gli investitori sono diventati più guardinghi dopo la mossa a tenaglia attuata ieri dalle due agenzie di rating.
Se Moody’s ha messo Madrid sotto osservazione, minacciando di abbassare il voto sul debito spagnolo fra tre mesi, Fitch ha declassato da AA- a A+ quello della Confederazione delle casse di risparmio spagnole (Ceca). Alla base delle osservazioni di Moody’s, c’è quel fabbisogno di rifinanziamento che – solo per le casse pubbliche – nel 2011 toccherà i 170 miliardi di euro, mentre altri 30 miliardi dovranno essere raccolti dai governi regionali. Sempre il prossimo anno, gli istituti di credito spagnoli dovrebbero raccogliere sul mercato capitali per circa 90 miliardi di euro. Quanto basta per far alzare la soglia di allerta sul paese.