Aspettando Vinitaly: Mediobanca, il vino italiano continua a crescere all’estero
Ricavi in crescita nel 2015, grazie a spumanti ed export
Il vino “made in Italy” continua a piacere e a crescere all’estero. Nel 2015 la crescita del fatturato dei maggiori produttori italiani (+4,8%) è stata sostenuta soprattutto dall’export (+6,5%) e dagli spumanti (+10%) che hanno venduto oltre confine il 15,2% in più. Stando ai dati diffusi dall’area studi Mediobanca l’insieme dell’industry mostra segnali di tenuta anche sul mercato domestico (+3,1%). Gli spumanti cavalcano l’onda spingendo gli investimenti (+37,2% nel 2015), ma in generale tutto il settore rimane vivace con investimenti in crescita del 18%.
Primeggia il Nord America, crolla l’Asia
A livello geografico in primo piano il ridimensionamento del mercato asiatico e la forte espansione di quello nordamericano. Nel dettaglio, il Nord America registra una crescita a doppia cifra (+13,3%), arrivando a rappresentare il 34% dell’export, mentre l’Asia flette (-10%) con una quota che vale appena il 3,9% delle vendite. Il principale sbocco restano i Paesi Ue (51,5% dell’export totale), che marciano a ritmo più modesto (+3,7%). Crescono infine del 3,2% le esportazioni in Africa, Medio Oriente e altri Paesi Europei non UE, con un peso del 9,1% del totale; il residuo 1,5% delle esportazioni va in Sud America (+18,3%).
La Borsa brinda alle prime matricole italiane
Un’importante novità del 2015 per il settore è rappresentata dalla prima quotazione di due società vinicole italiane: Italian Wine Brands (Giordano Vini e Provinco) avvenuta nel mese di gennaio e quella di Masi Agricola, della famiglia Boscaini, a giugno. E investire nel vino quotato in Borsa sembra essere un ottimo affare: da gennaio 2001 l’indice di Borsa mondiale del settore vinicolo è cresciuto del 449% (moltiplicando di 4,5 volte il suo valore da gennaio 2001), ben al di sopra delle Borse mondiali che hanno segnato un più modesto progresso dell’86%.