Notizie Notizie Italia Mediaset: cresce l’attesa per maxi accordo con Vivendi, ecco tre possibili scenari

Mediaset: cresce l’attesa per maxi accordo con Vivendi, ecco tre possibili scenari

7 Aprile 2016 11:02
Cresce l’attesa per il maxi accordo tra Mediaset e Vivendi con l’annuncio che, salvo complicazioni dell’ultima ora, dovrebbe arrivare tra oggi e domani. L’accordo, stando alle attese del mercato, sarà di ampia portata perché riguarderà la struttura azionaria, la governance e i contenuti. Lo scambio azionario riguarderà il 3,5% di ciascuna società, ma in questo caso entra in gioca l’enorme differenza di capitalizzazione tra il colosso francese (25 miliardi di euro) e la società di Cologno Monzese (4,5 miliardi). Il 3,5% vale quindi 150 milioni per Mediaset e 870 milioni per Vivendi.
Per colmare il gap Mediaset Premium cederà la sua pay-tv ai francesi, che verrà integrata con Canal+. Sicuramente la nuova realtà, che ha in pancia i diritti della Champions League per i prossimi tre anni, avrà un potere negoziale molto più forte in ambito europeo. Per quanto riguarda la governance il presidente di Vivendi, Vincent Bolloré, dovrebbe entrare nel Cda di Mediaset mentre Pier Silvio Berlusconi, Ceo di Mediaset, diventerà membro del board del gruppo francese. Vivendi potrebbe anche ottenere delle opzioni call per aumentare successivamente la sua partecipazione nella società della famiglia Berlusconi.
Dopo le insistenti indiscrezioni di stampa degli ultimi giorni, questa mattina gli analisti di Mediobanca hanno delineato tre possibili scenari per l’accordo Mediaset-Vivendi. Il “best scenario” comprende lo scambio azionario, la presenza congiunta nei Cda, le call options che permetteranno a Vivendi di incrementare in futuro la sua quota in Mediaset, la cessione della maggioranza di Premium e un’intesa sui contenuti attraverso la creazione di una piattaforma europea.
Passando allo “scenario base”, Mediobanca prevede lo scambio azionario, la presenza congiunta nei Cda, Mediaset che rimane il principale azionista di Premium, un accordo light sui contenuti e la creazione della piattaforma europea. Infine, il “bear case” prevede solamente un accordo commerciale sui contenuti e l’entrata di Vivendi in Premium con una piccola partecipazione.