Notizie Notizie Mondo L’Asia preoccupa le big del lusso, Richemont paga il calo a sorpresa vendite ottobre

L’Asia preoccupa le big del lusso, Richemont paga il calo a sorpresa vendite ottobre

6 Novembre 2015 09:32
La domanda asiatica è sempre più un’incognita per i grandi colossi del lusso. Un nuovo campanello d’allarme è arrivato oggi da Richemont che ha visto a sorpresa scendere i propri ricavi a ottobre complice proprio la debolezza sui mercati asiatici. Il titolo del secondo gruppo al mondo del lusso è arrivato a perdere oltre il 7% sulla Borsa di Zurigo. 
I deboli riscontri arrivati da Richemont pesano sull’intero settore del lusso con le italiane Salvatore Ferragamo (-2,29%) e Moncler (-1,1%) che risultano quelle più esposte al rischio di un indebolimento della domanda asiatica.  
 
Conti Richemont sotto le attese, giù le vendite di orologi 
Richemont, che controlla marchi quali Cartier, Montblanc e Piaget, ha registrato un aumento del 21% dell’utile netto del primo semestre dell’esercizio 2015-16 grazie alla buona prestazione della divisione gioielli che ha compensato l’indebolimento della domanda per gli orologi di alta gamma. I sei mesi da aprile a settembre 2015 si sono chiusi con un utile netto di 1,1 miliardi di euro, in aumento del 21% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso ma lievemente sotto le attese di consensus (1,23 mld). Il giro d’affari del secondo maggior gruppo del lusso al mondo è salito del 15% a 5,82 miliardi di euro, anche in questo caso sotto le attese di consensus (5,95 mld). Le vendite di orologi nel semestre in questione sono diminuite del 4 per cento a tassi di cambio costanti, per lo più causate da debole domanda da parte dei rivenditori in Asia e America. 
 
A preoccupare di più sono i riscontri di ottobre 
A scuotere soprattutto il mercato sono stati i segnali allarmanti relativi all’inizio del terzo trimestre. A ottobre infatti le vendite a cambi costanti segnano una flessione del 6% complice la debolezza del mercato asiatico. Il consensus Bloomberg prevedeva invece un +4%. In Asia l’azienda produce quasi la metà del suo fatturato.