Asia: l’inflazione cinese rallenta, i listini rimbalzano dopo tre giorni di perdite
Tornano gli acquisti sui listini asiatici dopo tre giorni di ribassi. A sollevare l’umore degli investitori il dato sull’inflazione cinese che ha mostrato un rallentamento deciso rispetto al mese precedente, centrando le attese degli analisti, mentre quello sui prezzi alla produzione ha fatto meglio del previsto. Indicazioni positive sono arrivate anche dalla Corea del Sud, dove la disoccupazione è scesa a sorpresa al 3,1%. Ma non solo. I listini asiatici hanno accolto positivamente le parole pronunciate ieri sera dal premier italiano, Silvio Berlusconi, che ha annunciato le sue possibili dimissioni dopo l’approvazione della legge di stabilità.
In Cina l’inflazione rallenta
Nella terra del Dragone l’indice dei prezzi al consumo ha mostrato a ottobre un rialzo del 5,5% su base annuale, come da attese. Ma ciò che ha entusiasmato è il calo avvenuto rispetto al mese precedente quando si era registrato un +6,1%. Si tratta del maggior calo da maggio. L’andamento rafforza la sensazione che il dato del luglio scorso, il +6,5%, rappresenti il picco di svolta per l’inflazione cinese. “Il dato di oggi rappresenta il presupposto per un cambio di politica monetaria in Cina”, commentano a caldo a Ing, che escludono però un prossimo taglio dei tassi ma ipotizzano piuttosto un alleggerimento selettivo delle misure governative messe in atto per raffreddare l’economia. Positiva anche l’indicazione riguardante i prezzi alla produzione che hanno evidenziato un aumento del 5% rispetto all’anno scorso, contro il +6,5% del mese precedente. La discesa qui è stata maggiore del previsto. Gli analisti si aspettavano infatti un indice dei prezzi alla produzione in rialzo del 5,8%. Meno incoraggianti invece le altre indicazioni macro arrivate sempre questa mattina: la produzione industriale è salita del 13,2% contro il +13,4% atteso dal mercato, mentre le vendite al dettaglio a ottobre sono aumentate del 17,2% sotto le stime ferme a un +17,6%.
I listini asiatici
Sulla Borsa giapponese è tornato il segno più. A Tokyo, l’indice Nikkei ha terminato le contrattazioni in crescita dell’1,15% a a quota 8.755,44 punti. A livello societario in evidenza Nissan che è salita di circa il 2% e Nomura che ha guadagnato oltre il 4%, dopo il tonfo di ieri. Il gruppo finanziario nipponico ha fatto sapere di non essere coinvolta nello scandalo di Olympus. Quest’ultima ancora in affanno sul listino: -20% dopo il -29% di ieri, quando ha annunciato di rimandare la presentazione dei conti semestrali a causa dello scandalo dei fondi M&A usati per coprire le perdite del titolo. Chiusura positiva anche per Sydney, dove l’indice S&P/ASX200 ha chiuso a +1,2% a 4346,1 punti. Guadagni per i titoli minerari, con Bhp e Rio Tinto a +1,5 e +1,4% rispettivamente. Bene anche Macquarie (circa +3%) e Fairfax Media (+3,3%), tra i migliori performer della giornata. Intanto Shanghai e Hong Kong si apprestano a chiudere con un progresso intorno all’1%. Lo Shanghai Composite viaggia in rialzo dello 0,84%, mentre l’Hang Seng mostra un progresso dell’1,74%.