Asia in territorio misto: in arrivo le prese di beneficio?
Rimbalzo tecnico o inversione?
Semplice rimbalzo tecnico o reale inversione di tendenza? E’ questa la domanda che si pongono questa mattina gli operatori dei mercati finanziari alla luce di una seduta che si preannuncia estremamente volatile. I mercati arrivano infatti da tre giornate a dir poco euforiche. Basti pensare che l’indice FtseMib rispetto ai minimi di venerdì scorso ha messo a segno un balzo superiore ai 13 punti percentuali. E’ quindi lecito attendersi, nel breve termine, un’ondata di prese di beneficio che potrebbero avere un impatto significativo sui listini. La ripresa, infatti, sembra avere il fiato corto visto che l’impostazione grafica sottostante, come confermato da alcuni analisti tecnici interpellati da Finanza.com, appare ancora saldamente impostata al ribasso.
Segnali contrastanti dai mercati asiatici
In questo scenario non stupisce che le Borse asiatiche abbiamo messo a segno questa mattina un andamento misto confermando il clima di incertezza sulla volontà del mercato di proseguire il trend di recupero. A parte Manila che ha registrato un rialzo pari al 4,1% (ma ieri la Borsa filippina era rimasta chiusa a causa di un tifone) gli altri listini hanno evidenziato segnali contrastanti. Praticamente invariata Tokyo, Hong Kong e Shanghai hanno messo a segno ribassi consistenti registrando rispettivamente un -1,02% e un -0,96%. In negativo anche Seoul -0,73%, Bombay -0,64% e Bangkok -1,12%. Segni positivi, invece, si sono registrati a Taiwan +0,8%, Sydney +0,87% e Jakarta +1,16%.
Focus sulla crescita economica
Dopo le dichiarazioni del cancelliere Angela Merkel sulla volontà di aiutare la Grecia, affermazioni che hanno contribuito a riportare un cauto ottimismo sul futuro della Zona euro, gli operatori sembrano concentrarsi sul tema relativo alla tenuta della congiuntura economica. E’ oramai scontato che il mercato stia anticipando un forte rallentamento della creazione di ricchezza su scala globale: frenata che in alcuni Paesi potrebbe tradursi in uno scenario di recessione. Tesi confermata dall’andamento delle materie prime che proseguono nel trend di raffreddamento dei loro prezzi. Il rame, in particolare, ha ceduto altri 3 punti percentuali e mezzo sulla contrazione registrata dalla domanda di beni industriali.