Ares pronta a prendere il 20% di Plenitude. Tutti vogliono i satelliti di Eni

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Prosegue di gran carriera il processo di valorizzazione dei satelliti di Eni. Da Plenitude a Enilive passando per Ithaca, Var Enercy e Ccus, l’amministratore delegato Claudio Descalzi sta piazzando quote societarie nei business chiave in linea con la strategia di sviluppo del gruppo che comporta la vendita di capitale di minoranza per massimizzare il risultato e dividere gli oneri. Una strategia il cui successo è tutto nei numeri: i satelliti Eni valgono oggi ben 21 miliardi.
L’ultima novità riguarda Plenitude per la quale Eni ha firmato un accordo temporaneo di esclusiva con Ares Alternative Credit Management, fondo di investimento di rilievo globale.
Un nuovo fondo per Plenitude
In particolare, l’accordo con Ares sarebbe volto alla negoziazione di un accordo definitivo e alla conseguente finalizzazione della cessione di una quota di partecipazione in Plenitude pari al 20%, sulla base di un equity value della società compreso tra 9,8 e 10,2 miliardi di euro, corrispondente a un enterprise value di oltre 12 miliardi.
“L’intesa fa seguito a una selezione articolata tra molteplici soggetti di rilievo internazionale che hanno manifestato significativo interesse per la società, che conferma così la grande attrattività del proprio modello di business e delle relative prospettive di crescita”, spiega la società.
Un anno fa nel gruppo era già entrato Eip con una quota del 10% del capitale sociale per 800 milioni.
Deutsche Bank e Unicredit hanno agito in qualità di advisor di Ares, Mediobanca in qualità di advisor finanziario di Eni.
Il titolo sarà valorizzato
Secondo gli analisti di Equita, la valorizzazione di Plenitude ha risvolti positivi per il titolo in quanto permette di far emergere ulteriore valore in uno dei satelliti di Eni. Nel 2025, Plenitude ha un outlook sull’ebitda maggiore di 1,1 miliardi e un target al 2028 a 1,9 miliardi grazie all’incremento della capacità produttiva sulle rinnovabili e alla rete di ricarica.
Nonostante un’importante valorizzazione della quota il titolo ha aperto a Piazza Affari in territorio negativo, appesantito dal calo del greggio, e perde oltre 1 punto a 13,29 euro. L’azione è comunque in netta risalita dagli 11,23 euro toccati il 9 aprile
Gli altri fondi alla corte di Eni
Prima di Ares, i fondi hanno messo gli occhi, e il portafoglio anche su Enilive. Il fondo KKR ha acquisito in due tranche un’ulteriore quota del 5% della società che si occupa di mobilità sostenibile e rinnovabili, portando la sua partecipazione totale al 30% del capitale sociale. L’operazione, annunciata da Eni e perfezionata in aprile, ha visto Kkr investire 587,5 milioni di euro.
La società sta lavorando anche all’ingresso di un nuovo socio nella società satellite dedicata alla CCUS (Carbon Capture, Utilization and Storage). Questa società, che sarà il nuovo satellite per Eni, avrà lo scopo di consolidare tutti i progetti CCS (Cattura e Stoccaggio di CO2) in un’unica entità. Una strategia che secondo l’ad: “Ha rafforzato la struttura finanziaria con l’obiettivo di supportare la strategia di crescita e diversificazione, e di garantire una remunerazione agli azionisti altamente attrattiva. In particolare, con l’ingresso di nuove forme di capitali nelle nostre società satellite, facciamo leva sulle evoluzioni nei mercati dei capitali, finanziando in modo efficiente la nostra crescita e, soprattutto, garantendo una significativa creazione di valore”. Eni ha incassato 12 miliardi di euro dal 2019 grazie ai cash-in dalle società satellite e ne aspetta altri 13 miliardi di euro circa nell’arco del nuovo piano