Meloni in tilt sullo spread Btp-Bund, Giorgetti di stucco. Fact checking dello scivolone della premier

Fonte immagine: Getty
Ieri si è materializzato la tanto attesa discesa dello spread tra Btp e Bund sotto la soglia dei 100 punti base. Il differenziale ha infranto brevemente la soglia dei 100 punti (99,9 punti) nel corso della giornata per poi tornare sopra tale livello e chiudere a 101. Si tratta dei minimi dal settembre 2021, quando al governo c’era Mario Draghi. Il rendimento del decennale è salito leggermente al 3,7%.
La premier Meloni si lascia prendere dall’euforia: Btp più sicuri dei Bund tedeschi
Traguardo che non è passato inosservato e il governo non ha mancato di sottolinearlo. Ci ha pensato il primo ministro Giorgia Meloni in prima persona, durante il premier time alle Camera.
“Voi sapete che non ho mai reputato lo spread un totem della reale forza economica di una nazione, però fotografa una valutazione dei mercati”, ha affermato la premier per poi avventurarsi in una affermazione che ha lasciato di stucco (qui il video) il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che sedeva alla sia sinistra.
“Significa che i titoli di Stato italiani vengono considerati più sicuri dei titoli di Stato tedeschi”, ha infatti aggiunto la Meloni. Le telecamere hanno colto subito la perplessità nel volto del numero uno di via XX Settembre, che ha anche scosso leggermente la testa facendo intendere che qualcosa non andava in quanto affermato dalla premier.
Giorgetti senza parole, Renzi: “E’ la faccia dell’imbarazzo”
La frase della Meloni sullo spread non è passata inosservata e tra i primi a sottolineare in rosso l’errore c’è l’ex premier Matteo Renzi. “La faccia di Giorgetti è la faccia dell’imbarazzo“, ha commentato sui social Matteo Renzi. “Giorgia Meloni conferma la sua incompetenza economica. Cita dati che non capisce e dopo tanti anni di Governo non sa ancora cosa sia lo spread”, ha scritto sui social il leader di Italia Viva, che di spread se ne intente visto che sotto il suo governo (2015-16) lo spread viaggiava sotto quota 100, unico caso post crisi del debito, insieme al frangente nel 2021 con Mario Draghi a Palazzo Chigi.
“Giorgia Meloni è così abituata a mentire che arriva a dire che i titoli di stato italiani sono considerati più sicuri di quelli tedeschi. Perfino Giorgetti, visibilmente sconcertato, scuote la testa”, ha rincarato la dose Maria Elena Boschi, presidente dei deputati di Italia Viva.
L’inciampo concettuale sullo spread
In cosa ha sbagliato la Meloni? Lo spread Btp-Bund è il differenziale di rendimento tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi. In particolare si prende a riferimento il decennale italiano e quello di pari durata tedesco. SE la differenza è 100 punti base, come oggi, vuol dire che gli investitori pagano l’1% in più per acquistare i titoli di stato italiani. Gli investitori per acquistare i Btp chiedono un premio per il rischio maggiore rispetto all’acquisto di Bund, considerati il benchmark di sicurezza nell’Eurozona. Questo significa che i titoli italiani sono percepiti come più rischiosi rispetto a quelli tedeschi, non più sicuri come invece erroneamente ha affermato la premier.
Anche chiedendo a ChatGpt, il fact checking è impietoso. “L’affermazione della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, secondo cui ‘lo spread significa che i titoli di Stato italiani vengono considerati più sicuri dei titoli di Stato tedeschi’, è errata sia dal punto di vista tecnico che da quello logico”, spiega l’AI andando a dimostrare con tanto di formula di calcolo dello spread (che è una semplice sottrazione tra rendimento Btp e quello del Bund).
La Meloni avrebbe ragione in caso di spread negativo, ossia rendimento dei Btp inferiore a quello dei Bund, e allora in quel caso significherebbe in effetti che l’Italia è considerata più sicura della Germania.
Cosa significa realmente il calo dello spread
Come già scritto ieri, l’Italia non solo è percepita dai mercati meno sicura della Germania, ma è fanalino di coda in Europa, con rendimento del decennale in area 3,7% che è maggiore rispetto a quello di tutti gli altri paesi dell’area, Grecia compresa. Da un lato un elemento che favorisce l’appeal del debito italiano agli occhi degli investitori, come evidenziano le ultime emissioni di Btp con richieste record incassate dal Tesoro in questi mesi, dall’altro un macigno in più rispetto agli altri paesi in termini di interessi da pagare sul debito.
A rigor di logica, l’Italia risulta ancora ad oggi il paese meno sicuro dell’area euro, anche se il restringimento dello spread va letto indubbiamente come un miglioramento del sentiment degli investitori verso il Belpaese anche alla luce della stabilità politica abbinata al miglioramento dei conti pubblici.
Non va dimenticato infine che le dinamiche di questi primi 5 mesi dell’anno hanno visto il rendimento del Btp a 10 anni risalire rispetto a minimi a 3,18% toccati lo scorso dicembre. Oltre 50 punti base di rendimento che non sono poco visto che se il rendimento sale, vuol dire che lo Stato deve offrire interessi più alti per convincere gli investitori a comprare i suoi titoli. Tradotto in soldoni: il costo del debito pubblico per lo Stato italiano è salito nuovamente nonostante la Bce stia continuando ad abbassare i tassi di interesse.