Notizie Trading e Mercati Apple inarrestabile: striscia rialzi record da era pre iPhone. Cosa c’è dietro raffica buy di Wall Street?

Apple inarrestabile: striscia rialzi record da era pre iPhone. Cosa c’è dietro raffica buy di Wall Street?

30 Marzo 2022 13:05

Nuovo rally di Apple che ha chiuso le contrattazioni lunedì a 178,96 dollari per azione lasciandosi alle spalle la dodicesima seduta di fila in crescita. Un rally forsennato che ha portato Apple a riavere un saldo da inizio anno positivo (+0,8%), sovraperformando rispetto all’indice Nasdaq (-7,6%). Dai minimi dello scorso 14 marzo il titolo Apple segna +18,8%, aggiungendo più di 400 miliardi di dollari alla capitalizzazione di mercato, ovvero quanto vale tutta Walmart, tre volte un colosso finanziario quale PayPal o otto volte Stellantis.

Rally che ha permesso ad Apple di riportarsi in area 3 trilioni di dollari di market cap. 

Un anno fa titolo Apple viaggiava sotto i 120 dollari e quindi il saldo degli ultimi 12 mesi è di quasi +50%. 

Un rally così non si vedeva dal 2003

L’ultima volta che le azioni Apple hanno registrato almeno 12 giorni consecutivi di guadagni è stato nel periodo tra fine aprile e inizio maggio 2003, quando le azioni sono salite per 12 giorni consecutivi in un rally che ha visto il prezzo delle azioni della società saltare di oltre un terzo.

“Quello che stiamo vedendo è la differenza tra le aziende che stanno effettivamente performando fenomenalmente bene e quelle il cui futuro è più difficile da quantificare”, ha detto Ross Gerber, ceo di Gerber Kawasaki. “Gli investitori stanno scommettendo sulle aziende che stanno facendo crescere i guadagni più velocemente nel tempo”. Con le prospettive di ridimensionamento della guerra in Ucraina che aumenta il risk-on, l’attenzione si è rivolta alle prospettive dei profitti di Apple. Gli analisti hanno aumentato le loro stime sugli utili per azione dell’8,6% finora quest’anno, mentre quelle per lo S&P 500 hanno guadagnato il 4,6%, secondo i dati Bloomberg.

Gli investitori hanno ampiamente trascurato un rapporto di Nikkei sui tagli alla produzione di iPhone.

Gli investitori, che a inizio anno erano fuggiti dal settore tech sulla prospettiva di una Fed più aggressiva, oggi non sembrano preoccupati dalla prospettiva di un veloce aumento dei tassi e tornano a puntare sulle grandi aziende tecnologiche con forti bilanci e ampia esposizione a mercati in rapida crescita. Apple ha dalla sua anche la fideizzazione dei clienti iPhone con molti consumatori che non vogliono sentirsi tagliati fuori dall’ecosistema Apple. E questo significa che, anche se l’inflazione sale, Apple può potenzialmente trasferire i costi più alti alla sua base clienti senza essere tradita troppo e senza assistere dunque a un brusco calo dei suoi volumi di vendita.