Ancora vendite sui mercati europei, verso settima settimana consecutiva in rosso
Non si arresta la lenta emorragia che sta caratterizzando i mercati nelle ultime settimane. In avvio i principali listini europei vedono una netta prevalenza delle vendite nonostante la positività di ieri di Wall Street. A meno di una decisa inversione di tendenza nel corso della giornata, per i mercati europei si tratterebbe della settima settimana consecutiva di ribassi. Nel dettaglio il Ftse Mib da inizio maggio ha perso oltre 12 punti percentuali dilapidando tutti i guadagni dei primi mesi del 2011. A metà ottava l’indice guida di Piazza Affari è scivolato sotto la soglia 20mila punti complice soprattutto la debolezza del settore bancario afflitto dai rinnovati timori legati alla crisi greca. Oggi sui mercati giornata importante di scadenze tecniche per gli operatori con le tre streghe di metà anno.
La Borsa di New York ieri ha ritrovato il segno più (+0,18% lo S&P 500 a quota 1267,64 punti) grazie ad alcune indicazioni positive arrivate dal fronte macro. In particolare le nuove richieste di sussidi di disoccupazione hanno registrato un calo a 414 mila unità, rispetto alle 420 mila unità del consenso. Meglio del previsto anche gli aggiornamenti dal settore immobiliare, con i nuovi cantieri saliti a 560 mila. Di contro l’indice Fed di Philadelphia a giugno si è attestato a -7,7 punti dai 3,9 del mese precedente. Un dato peggiore delle aspettative che si attendevano un valore in crescita a 8 punti.
“La debolezza nei risultati del Philly Fed confermano il tono negativo stabilito dall’Empire State Manufacturing – ha commentato Joseph A. LaVorgna, capo economista di Deutsche Bank negli Usa – con i dettagli dei due dati che sono sorprendentemente simili”. L’economista di Deutsche Bank sottolinea come la discesa soft dei riscontri economici sta diventando più marcata a giugno e pertanto ha apportato una revisione al ribasso delle sue stime per il Chicago Pmi e l’Ism di giugno (stima Pmi tagliata di di 4 punti a quota 53, quella sull’ISM di 4,5 punti a 49,5.
Oggi l’agenda economica oltreoceano prevede la diffusione dell’indice sulla fiducia dei consumatori elaborato dall’Università del Michigan relativo al mese di giugno (consensus 74 punti dai 74,3 precedenti) e il leading indicator di maggio (consensus +0,3% da -0,3% mese precedente).
La debolezza dei mercati pesa sull’Ipo di Prada. Le ultime indiscrezioni parlano della fissazione del prezzo dell’Ipo a 39,5 dollari di Hong Kong. Prezzo che corrisponde con una valutazione complessiva della società pari a 9 miliardi di euro. La società della moda italiana aveva rivisto la forchetta di prezzo a 39,50-42,25 dollari di Hong Kong per azione rispetto ai 36,5-48 HK$ indicati all’inizio.
Oggi a Milano le vendite stanno penalizzando Mps (-1,91%) che ha annunciato ieri sera le condizioni dell’aumento di capitale. Il prezzo di emissione delle azioni rivenienti dall’aumento di capitale da massimi 2,15 mld di euro è stato fissato a 0,446 euro per azione, a sconto del 27,88% rispetto al prezzo di chiusura di mercoledì 15 giugno. Le azioni saranno offerte nel rapporto di 18 nuove azioni ordinarie ogni 25 azioni possedute, ordinarie, privilegiate o di risparmio. La Fondazione Monte dei Paschi di Siena e il gruppo Axa si sono impegnati a sottoscrivere azioni di nuova emissione per un ammontare complessivo non inferiore a circa il 51,77% dell’aumento di capitale.
In difficoltà anche Tod’s (-3,77%) che ha incassato il downgrade da parte di Morgan Stanley. La casa d’affari statunitense ha portato il rating da overweight a equalweight lasciando invece invariato il prezzo obiettivo a quota 94 euro. Il taglio di rating riflette il venir meno dell’earning momentum e delle valutazioni attraenti. Inoltre Morgan Stanley vede pochi catalizzatori positivi nel breve termine con la view che potrebbe tornare bullish solo nel caso che la crescita di ricavi e margini registrata nel primo trimestre si dimostri sostenibile.