Notizie Notizie Mondo Ancora crepe nel settore bancario: almeno 100 istituti negli Usa mostrano segnali di fallimento

Ancora crepe nel settore bancario: almeno 100 istituti negli Usa mostrano segnali di fallimento

28 Dicembre 2010 08:00

Resta accesa la spia rossa sul settore bancario. Gli aiuti ricevuti dal governo americano non sono stati sufficienti per uscire dal pantano. Sono circa 100 gli istituti negli Stati Uniti fra quelle salvati che mostrano segnali di un possibile fallimento in vista. E’ questo il quadro tracciato dal Wall Street Journal. Secondo quanto ricostruito dal quotidiano americano il numero delle banche in difficoltà è aumentato rispetto al secondo trimestre, quando solo 86 mostravano indicazioni in tale senso. Una crescita imputabile alla crescente erosione dei livelli di capitale. “Capiamo e ammettiamo che alcune fra le banche più piccole sono in difficoltà”, ha segnalato David Miller, il chief investment officer del Dipartimento del Tesoro.


A Miller fa capo proprio la gestione del piano salva banche da 700 miliardi di dollari, il Tarp (Troubled Asset Relief Program), attraverso il quale le 98 banche a rischio fallimento hanno ricevuto 4,2 miliardi di dollari di aiuti. Fra gli istituti, che hanno fatto ricorso agli aiuti pubblici, sette sono già falliti. “Le banche più piccole che hanno ricevuto aiuti dal Tarp sono in difficoltà rispetto alle banche più grandi perché non hanno potuto accedere ad altro genere di aiuti rispetto agli istituti più grandi”, osserva anche il Wall Street Journal. Bank of America e Citigroup, ad esempio, hanno attinto fondi dai vari programmi della Fed durante la crisi.


E che la situazione nel settore del credito resti tutt’ora critica lo testimonia anche il forte utilizzo della Term Auction Facility, uno dei programmi avviato dalla Fed per aumentare la liquidità sui mercati. Il Taf è stato utilizzato anche da alcune delle banche più in salute al mondo: oltre la metà dei soldi stanziati sono andati a banche straniere, non americane, secondo quanto segnalato dal Financial Times. Come segnalato dall’amministratore delegato di TD Bank, Ed Clark, il ricorso al Taf era logico, anche se la banca non aveva mai sofferto di problemi di liquidità in quanto le autorità incoraggiavano anche gli istituti in salute ad accedere al Taf così da non stigmatizzare le controparti più deboli.


Questo programma creato nel dicembre 2007 ha permesso alla banche commerciali di accedere a finanziamenti da 28 e 84 giorni. Ma il programma era aperto a tutte le banche con accesso alla finestra del tasso di sconto. Le aste a tasso fisso erano destinate a sostenere la liquidità sui mercati. L’olandese Rabobank e la canadese Toronto-Dominion hanno ricevuto complessivamente 20 miliardi di dollari dal Taf. Anche le coreane Hana Bank, Korea Development Bank, Industrial Bank of Korea e Shinhan Bank sono state le banche straniere che allungano l’elenco degli istituti che hanno avuto accesso al programma della Fed.