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Anche la belga-olandese Fortis verso la nazionalizzazione

29 Settembre 2008 07:19

I tentacoli della crisi investono anche l’Europa continentale. La banca belga-olandese Fortis si avvia infatti verso la nazionalizzazione delle sue attività. E’ il risultato di due giornate di forte tensione per l’istituto, i cui titoli in Borsa erano arrivati venerdì a perdere oltre il 20% in scia a una crisi di fiducia e ai rumor di ritiri di depositi da parte dei clienti dell’istituto.


I governi dell’area del Benelux hanno così deciso un intervento pubblico del valore di 11,2 miliardi di euro. Il governo del  Belgio verserà circa 4,7 miliardi, quello olandese 4 miliardi e il governo lussemburghese circa 2,5 miliardi. In contropartita otterranno una quota azionaria della banca pari al 49%, diventandone gli azionisti di maggioranza relativa.


L’intervento produrrà ulteriore conseguenze. L’ingresso degli Stati era infatti subordinato alla rimozione dell’attuale presidente Maurice Lippens (il nuovo presidente sarà esterno alla banca) e alla pianificazione della vendita delle attività detenute da Fortis in Abn Amro.


La nazionalizzazione è il frutto di un vertice d’urgenza tenutosi nel fine settimana tenutosi tra i governi nazionali, il presidente della Banca centrale europea, Jean-Claude Trichet e il presidente dell’Unione europea, Yves Leterme, recandosi a Bruxelles d’urgenza.