Anche Banco BPM regala ai soci un dividendo generoso e Castagna torna parlare di M&A
Dopo Intesa Sanpaolo e Unicredit, anche Banco BPM decide di mettere sul piatto un dividendo più generoso delle attese per i propri azionisti, rimasti all’asciutto negli ultimi tre anni. La terza maggiore banca italiana ha sfornato conti solidi abbinati all’ulteriore rafforzamento dei ratio patrimoniali. Il mercato già alla vigilia aveva fiutato possibili sorprese positive sul fronte cedola con il titolo balzato ieri di oltre il 4%. Oggi il titolo nella prima ora di contrattazioni è arrivato a guadagnare oltre il 2% a 2,095 euro, in controtendenza rispetto a un mercato che ritraccia dopo il forte rally delle ultime sedute.
Negli ultimi 12 mesi il titolo Banco segna un bilancio positivo del 19%.
Castagna pronto ad aprire il capitolo M&A
Spinta anche dalle parole del ceo Giuseppe Castagna che ieri sera è tornato sui possibili dossier di M&A. “Valuteremo con attenzione le opportunità in tema di fusioni che dovessero presentarsi, facendo comunque tesoro dell’esperienza maturata con la fusione tra Banco Popolare e Bpm”, sono state le parole di Castagna nel corso della conference call con gli analisti. Castagna a inizio anno aveva un po’ smorzato la pista che porta a un merger con UBI Banca, bollando le voci tornate prepotenti lo scorso autunno come pura speculazione, anche se lo stesso ceo aveva detto lo scorso settembre aveva detto che un’operazione con UBI “avrebbe senso”. Sullo sfondo poi rimane il dossier Mps che a breve potrebbe sbloccarsi una volta che l’UE darà l’ok a cessione maxi pacchetto Npl della banca senese e tra le banche che potrebbero essere coinvolte c’è anche il nome del Banco.
Torna la cedola ed è superiore alle attese
Banco BPM ha chiuso il 2019 con un utile netto consolidato di 797 milioni di euro, che si confronta con una perdita di 59 milioni dell’esercizio 2018. Si tratta del primo utile dalla fusione tra Banco Popolare e BPM. Battute le attese che erano ferme a 771 milioni (consensus Factset), anche se i numeri sono sotto il target di 1 miliardo indicato per fine piano.
Numeri che hanno spinto la banca, in virtù anche della forte posizione patrimoniale raggiunta, di varare il ritorno al dividendo. Il cda ha proposto una cedola di 0,08 euro per azione, con un rendimento del 4,1%. Il consensus puntava a un dividendo più contenuto a 0,05 euro per azione.
Ieri il ceo Giuseppe Castagna ha sottolineato come il gruppo abbia comunque rispettato o battuto battuto i target del piano su riduzione dei costi, del derisking e della posizione di capitale.
Il nuovo piano strategico sarà presentato il prossimo 3 marzo. Il ceo Castagna nelle scorse settimane aveva anticipato che il focus del piano sarà su crescita ricavi e taglio dei costi.
Tutti i numeri del 2019
Guardando agli altri riscontri, il margine di interesse sfiora i 2 miliardi (1.998 milioni dai 2.292,6 milioni al 31 dicembre 2018, -12,9%). Tale andamento, rimarca la banca, risente principalmente dell’impatto negativo del minor effetto contabile (c.d. “reversal”, pari a € -193,8 milioni a/a), incluso quello connesso alla PPA, derivante per lo più dalle operazioni di cessione di sofferenze dello scorso esercizio che, d’altro lato, hanno contribuito positivamente alla discesa del costo del rischio.
Il quarto trimestre 2019 ha visto una crescita del risultato della gestione operativa (532 milioni, +40,3% rispetto al 3° trim 2019) e dei proventi operativi (1.188 milioni, +16,2% rispetto al 3° trim. 2019). Aumentano le commissioni nette a 462,2 milioni nel 4° trim. 2019 (444,1 milioni nel 3° trim. 2019, + 4,1%). L’utile netto trimestrale è stato di 95,8 milioni rispetto ai 98,2 milioni nel 3° trim. 2019. Nell’analogo trimestre del 2018 banco aveva invece evidenziato una perdita di 583,9 milioni complici rettifiche su crediti per quasi un miliardo.
Derisking e salita dei ratio patrimoniali
Prosegue l’efficientamento del gruppo attraverso la diminuzione degli oneri operativi (-6,8% a/a), oltre alla già citata riduzione delle rettifiche su crediti (-59,9% rispetto al 31 dicembre 2018).
Nel corso del 2019 Banco BPM ha proseguito l’attività di derisking che ha permesso l’ulteriore calo del NPE ratio netto al 5,2% dal 6,5% a fine 2018 e conseguentemente nella forte riduzione del costo del credito (73 bp rispetto ai 184 bp del dicembre 2018). Il CET1 Ratio phased-in e del CET1 fully loaded si attestano così rispettivamente al 14,6% e al 12,8% (rispetto al 12,1% e 10% nel 2018).