Notizie Notizie Italia Amplifon: maratoneta di Piazza Affari con numeri da capogiro e fattore demografico dalla sua per il futuro

Amplifon: maratoneta di Piazza Affari con numeri da capogiro e fattore demografico dalla sua per il futuro

Pubblicato 30 Gennaio 2020 Aggiornato 3 Febbraio 2020 14:53

Le storie di successo in borsa non sono mai mancate e in queste settimane riecheggia sui mercati l’eco dei ripetuti record di Apple e Tesla oltreoceano, ma anche di big italiane quali Enel che giusto ieri ha aggiornato i massimi storici.  Tra i maratoneti che negli anni continuano a regalare soddisfazioni agli investitori spicca Amplifon, un titolo che da poco più di un anno è entrato nel gotha del Ftse Mib, decisamente a fari spenti complice anche il contemporaneo ingresso a dicembre 2018 di un titolo di maggior richiamo, ossia la Juventus.

L’ingresso tra le 40 big di Piazza Affari non ha fatto che confermare la storia di successo del colosso degli apparecchi acustici. Una delle eccellenze italiane riuscite a ritagliarsi un ruolo di leader nel settore di riferimento e che negli anni ha dato grandi soddisfazioni agli investitori. Per chi come Tamburi ha creduto in tempi non sospetti alle potenzialità di Amplifon i ritorni sull’investimento sono impressionanti con azioni comprate quando valevano solo 3 euro.

In generale la grande ascesa di Amplifon, quotata a Piazza Affari dal lontano 2001, è avvenuta negli ultimi 5 anni con un ritorno complessivo di oltre +400% che ha proiettato il titolo dai 5 euro di gennaio 2015 agli attuali 27 euro, che corrispondono con i massimi storici.

Amplifon è controllata da Ampliter con una quota del 44,9% e vede la famiglia fondatrice ancora al comando con Susan Holland (figlia del fondatore Algernon Charles Holland) nel ruolo di presidente, mentre la gestione dell’azienda è nelle mani del ceo Enrico Vita.

Bond a 7 anni in arrivo

Ieri il cda della società specializzata nella vendita al dettaglio di apparecchi acustici ha autorizzato l’emissione entro luglio 2020 di un prestito obbligazionario non convertibile, di controvalore massimo di 350 milioni di euro e con durata massima sarà 7 anni. Le Obbligazioni di nuova emissione potranno essere quotate presso il mercato Euro MTF della Borsa di Lussemburgo o su altro mercato di negoziazione e saranno riservate ai soli investitori qualificati fuori dagli Stati Uniti.
Amplifon ha anche dato un’indicazione di debito netto ex-leasing tra 785 e 800 milioni a fine 2019, sostanzialmente in linea con le attese degli analisti e in significativo miglioramento dagli 856,8 milioni di euro e 840,9 milioni di euro riportati, rispettivamente, al 30 settembre, 2019 e al 31 dicembre, 2018.

Gli analisti di Equita rimarcano come il bond permetterà ad Amplifon di estendere significativamente la durata media del debito, approfittando di condizioni di mercato molto interessanti. La sim milanese, che ha giudizio hold sul titolo, stima un costo medio del debito (ex-leasing) per AMP del 2% dal 2020 per cui l’emissione avrà impatti molto limitati sul conto economico.

S&P assegna rating BB+

In questo contesto, Amplifon annuncia altresì che S&P Global Ratings Europe Limited ha attribuito all’azienda un rating corporate pari a “BB+” con outlook stabile, ed è previsto che attribuisca all’emissione delle Obbligazioni un rating anch’esso pari a “BB+”. L’agenzia americana segnala la forte posizione dell’azienda nei mercati chiave, oltre alla buona redditività e alla generazione di cassa, precisando che le prospettive sul rating per i prossimi trimestri sono stabili. Secondo S&P Global Ratings, Amplifon dovrebbe continuare a beneficiare della propria posizione dominante di cui gode nei mercati core il che dovrebbe a sua volta consentirle di continuare a generare una marginalità adjusted superiore al 20%, oltre che un free cash flow tra 130 e 150 milioni di euro e un rapporto tra indebitamento adjusted ed ebitda inferiore a tre volte.

Numeri da leader

L’italiana Amplifon è leader nel mercato globale della vendita al dettaglio di apparecchi acustici, con una quota dell’11%, scrivono gli analisti sottolineando che l’azienda ha generato ricavi per circa 1,4 miliardi di euro e un EBITDA rettificato per S&P Global Ratings pari a 317 milioni di euro nel 2018. “Amplifon continuerà a beneficiare della sua posizione di leader nel mercato retail degli apparecchi acustici e del positivo andamento del mercato sottostante” si legge nel report. Con una quota di mercato globale pari a circa l’11%, Amplifon è il primo retailer mondiale di apparecchi acustici e il gruppo è uno dei pochi retailer internazionali di apparecchi acustici, mentre gli altri operatori del mercato sono o piccoli operatori indipendenti locali (che rappresentano circa il 50% del mercato globale), o retailer non specializzati (oltre il 10%), o altri retailer specializzati (oltre il 25%), o ancora operatori online (circa l’1%).
“Riteniamo che Amplifon continuerà a beneficiare della sua posizione di leader, focalizzata sull’offerta di apparecchi acustici di fascia medio-alta”. Inoltre, S&P sottolinea che i positivi trend di fondo che stanno alimentando la crescita del mercato globale della vendita al dettaglio di apparecchi acustici continueranno ad essere propizi per Amplifon, il cui valore stimato a fine 2019 è pari a 15 miliardi di euro.

La sponda dell’invecchiamento demografico

Fattore di forza è la clientela dell’azienda. La maggior parte degli utilizzatori di apparecchi acustici ha più di 65 anni, che rappresenta il segmento demografico in più rapida crescita in tutti i mercati. Gli over 65 dovrebbero aumentare a livello globale di circa il 3,3%, rispetto allo 0,7% degli under 65, mentre gli over 65 dovrebbero costituire circa il 12% della popolazione globale nel 2030. “Amplifon è ben posizionata nel suo mercato, in quanto la prevalenza di ipoacusie invalidanti in Europa Occidentale per età è di circa il 10% per i 65-74 anni, e del 27% per gli over 75 anni”. Inoltre, i fattori di rischio di perdita dell’udito sono in aumento e non sono compensati da una maggiore prevenzione. Tutte tendenze queste di cui Amplifon può trarre beneficio e cogliere ulteriori opportunità di penetrazione.
Inoltre, sottolineano gli esperti, altro fattore chiave è che pur essendo un rivenditore specializzato, Amplifon non è esposta agli stessi rischi degli altri rivenditori specializzati coinvolti in segmenti non medici. L’offerta di prodotti Amplifon è meno discrezionale rispetto alla maggior parte dei rivenditori specializzati, in quanto risponde ad un bisogno di assistenza medica. Amplifon inoltre si rivolge al mercato degli apparecchi acustici di fascia medio-alta, che secondo gli analisti è più discrezionale rispetto ai prodotti di fascia bassa.
Altro punto di forza dell’azienda è che Amplifon offre ai propri clienti un servizio completo. In tutti i punti vendita del gruppo viene usato un protocollo proprietario denominato “Amplifon 360”, brevettato e approvato dalla comunità medica, per offrire una valutazione personalizzata delle esigenze di apparecchi acustici per ogni cliente. “La brand equity di Amplifon – continuano gli analisti – sia costruita intorno alla qualità degli audiologi presenti nei punti vendita: audioprotesisti che valutano, consigliano e personalizzano l’offerta di servizi”.
Infine, S&P Global Ratings evidenzia l’esposizione dell’azienda in un unico settore. “Date le favorevoli prospettive di crescita che il mercato globale degli apparecchi acustici offre, siamo consapevoli che Amplifon continuerà a focalizzarsi sulle proprie competenze di base nella fornitura di apparecchi acustici di qualità e non intende diversificare la propria esposizione nel settore. Valutiamo l’esposizione ad un singolo settore come un vincolo alla nostra valutazione complessiva del rating” concludono.

Titolo non scalda gli analisti

Amplifon, che dal 24 giugno scorso fa parte anche dello Stoxx Europe 600, nell’ultimo anno risulta tra i migliori del Ftse Mib con oltre +70%. Risultano però pochi gli analisti che hanno una view positiva sul titolo. Infatti solo il 18,8% degli analisti che rientrano nel consensus Bloomberg raccomanda l’acquisto (Buy), mentre la maggioranza (75%) consiglia di mantenere le azioni in portafoglio (Hold) e il 6,3% suggerisce la vendita (Sell). Come succede sovente per i titoli che hanno corso molto, il target price medio a 12 mesi indicato dal consensus Bloomberg risulta inferiore alle quotazioni attuali (23,43 euro, ossia il 12% circa sotto la valutazione attuale del titolo).