Amazon e Meta-Facebook fanno la storia di Wall Street. Così la scossa di un titolo Big Tech provoca un grande terremoto sulla borsa Usa
Meta-Facebook fa affondare il Nasdaq, Amazon corre in soccorso del listino hi-tech. Entrambe fanno la storia di Wall Street: Facebook, con il crollo record del valore di mercato, in una sessione; Amazon per il motivo opposto, ovvero con la crescita record della capitalizzazione di una società quotata a Wall Street.
Mai prima d’ora il valore di mercato di una società americana quotata aveva subìto una perdita come quella sofferta da Meta.
Inquietante l’impatto sul Nasdaq, scivolato del 3,7%, al ritmo più forte in più di un anno, esattamente dal settembre del 2020. Lo S&P 500 ha vissuto la sessione peggiore in quasi un anno, precipitando del 2,4%, mentre il Dow Jones Industrial Average ha perso 518,17 punti.
“Il forte calo della capitalizzazione di mercato di Facebook verificatosi oggi (ieri per chi legge) e il conseguente effetto sull’indice S&P 500 ci ricorda in modo brusco l’elevata concentrazione delle mega-cap tecnologiche nello S&P 500, e le vulnerabilità che una tale concentrazione comporta”, ha commentato Chris Hussey, analista di Goldman Sachs, in una nota che è stata riportata dal sito della Cnbc.
Meta-Facebook e Amazon confermano il potere delle mega cap tecnologiche
E’ così, nell’era delle mega cap tech, del cosidetto FAANGM – club esclusivo che comprende i titani Facebook, Apple, Amazon, Netflix, Google e Microsoft che, con una capitalizzazione complessiva di $9,29 trilioni, incide per un quinto sul valore di mercato di tutte le società i cui titoli sono scambiati sul Nyse. Il che significa che è sufficiente una piccola scossa, sia in positivo che in negativo, che interessa una di queste azioni, per provocare un terremoto a Wall Street.
E’ quanto è avvenuto ieri nel caso di Meta-Facebook, le cui quotazioni sono affondate di oltre il 26% nelle contrattazioni. Le vendite hanno fatto la storia di Wall Street: bruciati in una sola seduta $251 miliardi di capitalizzazione, il massimo di sempre.
Facebook, ribattezzata recentemente Meta Platforms in linea con l’obiettivo del ceo Zuckerberg di crescere nel metaverso, ha battuto praticamente il triste record che, fino a ieri, era stato detenuto Apple, che aveva visto capitolare il suo valore di mercato di 182 miliardi di dollari in una sola seduta del settembre del 2020.
Precedenti massimi storici, successivamente battuti, erano stati segnati sempre da Facebook, da Amazon, Apple, Microsoft e Tesla: tutti mostri di Wall Street in termini di capitalizzazione.
Che dire per esempio di Apple che, all’inizio di gennaio, è stata la prima società a raggiungere quota $3 trillion? Tre trilioni di dollari, ovvero sei volte JP Morgan e roba da far impallidire lo stesso Pil dell’Italia.
Ieri a Wall Street si è consumato un vero dramma, a causa della trimestrale di Facebook: deludenti gli utili, deludente la guidance sul primo trimestre e sconfortanti anche i numeri del business del metaverso, scommessa numero uno di Zuckerberg che, per ora, sta solo ammassando le perdite.
In più, per la prima volta nella storia del colosso dei social media, il numero degli utenti attivi giornalieri (DAU) è sceso su base trimestrale.
Ma all’indomani del disastro Meta-Facebook, ci sta già pensando Amazon a salvare il listino tecnologico Usa e, più in generale, Wall Street.
Se Facebook ha deluso su diversi fronti, il colosso fondato da Jeff Bezos è riuscito a conquistare la fiducia del mercato, pubblicando una trimestrale che è stata approvata. Tanto che il titolo è scattato fino a +14% nelle contrattazioni dell’afterhours. E se l’intensità del rialzo sarà sostenuta nella sessione odierna della borsa Usa, Amazon riporterà il rally più forte in una seduta dal 2012.
I numeri di Amazon. Novità abbonamenti Amazon Prime
Il gigante dell’e-commerce ha annunciato di aver concluso il quarto trimestre del 2021 con un fatturato in rialzo del 9% e un guadagno di quasi $12 miliardi ottenuto con il suo investimento nel gruppo produttore di auto elettriche (EV) Rivian.
L’eps di Amazon su base adjusted si è attestato a $5,80, decisamente meglio rispetto ai $3,57 attesi, secondo i dati di Refinitiv.
Il fatturato è ammontato a $137,4 miliardi, lievemente inferiore ai $137,6 miliardi attesi: ma gli investitori si stanno focalizzando sulla gallina dalle uova d’oro del gruppo, ovvero la divisione della piattaforma cloud Amazon Web Services (AWS), che ha generato un fatturato di $17,8 miliardi, meglio dei $17,37 miliardi previsti e in crescita di quasi il 40% a $17,78 miliardi, meglio delle attese.
Il titolo scatta fino a +14%, facendo salire la capitalizzazione del gruppo di quasi $200 miliardi, al ritmo più forte della storia della borsa Usa. E compensando quasi del tutto quei $251 miliardi bruciati da Facebook, che hanno fatto affondare di quasi il 4% il Nasdaq. A proposito di Amazon, occhio alle novità, tra cui la decisione di alzare, per la prima volta in quattro anni, i prezzi degli abbonamenti ad Amazon Prime.