Notizie Notizie Italia Allarme Pil di Bankitalia e Upb, ma da Btp e spread un maxi-tesoretto per Giorgetti

Allarme Pil di Bankitalia e Upb, ma da Btp e spread un maxi-tesoretto per Giorgetti

8 Ottobre 2024 10:13

Dopo l’Istat, che ha rivisto a 0,4% a crescita acquisita, arriva la doccia fredda di Bankitalia. L’obiettivo +1% di Pil quest’anno diventa sempre più impervio nonostante l’ottimismo sbandierato dal ministro Giorgetti. Sia Bankitalia che Upb indicano almeno due decimali di crescita in meno per quest’anno.

Bankitalia e Upb: previsione Pil 2024 va rivista al ribasso

Nel quadro previsivo del Piano strutturale di bilancio (Psb) il Pil è viso crescere dell’1% quest’anno, dello 0,9 per cento nel prossimo e dell’1,1 per cento nel 2026. Nell’audizione in Parlamento di Sergio Nicoletti Altimari, capo dipartimento Economia e statistica di Via Nazionale, viene spiegato come la revisione dei conti economici trimestrali pubblicata venerdì scorso dall’Istat, non inclusa nel quadro, comporterebbe una correzione meccanica al ribasso di due decimi di punto percentuale della stima per l’anno in corso. Stessa indicazione arriva dall’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) che vede un paio di decimi di punto percentuale di crescita più bassa per effetto delle revisioni Istat su conti pubblici. Non vi sono invece impatti statistici sulle previsioni per i prossimi anni.

Per quanto riguarda invece il trimestre appena concluso, il terzo, Bankitalia indica un’attività economica “aumentata leggermente sulla spinta dei servizi, nonostante una sostanziale stasi nelle costruzioni e una nuova riduzione nella manifattura”. Nei prossimi trimestri, invece, la crescita del PIL si rafforzerebbe “per effetto sia dell’espansione dei consumi, che beneficerebbero della ripresa dei redditi reali, sia della graduale accelerazione delle vendite all’estero”.

“Impossibile immaginare manovre espansive nei prossimi anni”

Guardando invece agli spazi di manovra sui conti pubblici, il capo dipartimento Economia e statistica di Via Nazionale è netto: “Impossibile fare manovre espansive nei prossimi anni”. “La priorità assoluta dell’Italia è ridurre il debito che comporta per noi costi elevati”, ha aggiunto l’esponente di Bankitalia.
Il Psb indica per il 2024 un indebitamento netto al 3,8 per cento del pil, in discesa di 3,4 punti percentuali rispetto al livello del 2023; inoltre, per la prima volta dal 2019 il saldo primario tornerebbe in avanzo, seppur di poco (0,1 per cento del PIL). “Il miglioramento – spiega Bankitalia – è attribuibile interamente al calo dei trasferimenti in conto capitale, principalmente dovuto al drastico ridimensionamento degli effetti del Superbonus, che nel 2023 avevano pesato sui conti per un ammontare prossimo ai quattro punti percentuali del pil”.

Nicoletti Altimari ha ripreso anche le parole del governatore Fabio Panetta: l’Italia spende «più per interessi che in istruzione». La spesa per interessi è stimata dal Psb pari al 3,9 per cento del prodotto, in crescita di 0,2 punti percentuali per effetto della graduale trasmissione allo stock del debito degli aumenti dei tassi di interesse dello scorso triennio.

Con impegno su calo debito un tesoretto da 23 miliardi grazie a restringimento spread

Sulla spesa per interessi uno spiraglio di luce arriva dall’audizione di Lilia Cavallari, presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb). L’Upb ha condotto una analisi di sensitività dell’evoluzione del rapporto tra il debito e il PIL sia rispetto alla crescita e all’inflazione sia rispetto ai tassi di interesse sui titoli sovrani. Secondo tali simulazioni, utilizzando le previsioni Upb per crescita e inflazione, nel triennio 2024-26 il profilo del debito in rapporto al PIL sarebbe simile a quello previsto nel Psb mentre nei restanti anni risulterebbe maggiormente discendente, raggiugendo nel 2029 il 133,9 per cento, 1 punto percentuale di Pil al di sotto della previsione programmatica del Governo.
“Un impegno credibile alla diminuzione del rapporto fra debito e PIL – spiega – può ridurre lo spread sui tassi di interesse dei titoli di Stato italiani: l’allineamento allo spread sui titoli di Stato spagnoli (riduzione di 60 punti base dei rendimenti italiani a 10 anni) comporterebbe un risparmio cumulato sull’onere del debito superiore a 23 miliardi per il periodo 2025-29″.

Oggi lo spread Btp Bund viaggia in area 130 pb rispetto agli 80 circa di Spagna e Francia.  L’analisi dell’Upb non tiene conto dell’effetto taglio tassi Bce, che già ha ridotto di molto i rendimenti dei Btp e se continuerà nei prossimi mesi a ridurre i tassi (previsto un altro taglio già a ottobre) l’onere degli interessi sul debito nei prossimi anni è destinato a scendere progressivamente.

Oggi la replica di Giorgetti sul Psb

Focus anche sulla sponda del Pnrr. “Poiché non impattano sulla spesa primaria netta né sul disavanzo della PA, nel biennio 2025-26 gli investimenti del Pnrr finanziati attraverso le sovvenzioni della UE mitigheranno lo sforzo di consolidamento, e dal 2027 sono le riforme e gli investimenti previsti nel Psb che dovrebbero fornire un contributo significativo alla crescita”.

L’Upb in generale valida il quadro programmatico presentato dal governo: le traiettorie in discesa del deficit e del debito (“un aggiustamento impegnativo e prolungato”) con l’introduzione di un tetto alla spesa che crescerà in media solo dell’ 1,5% all’anno.

Oggi alle 18 il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti replicherà in audizione presso le commissioni Bilancio e Finanze della Camera per illustrare il Piano strutturale di bilancio e sarà importante vedere se oltre alle indicazioni sul Pil 2024 parlerà anche delle risorse da attingere per la prossima manovra dopo le polemiche scatenate dalla sua frase di settimana scorsa (“tutti dovranno fare dei sacrifici”).