Notizie Notizie Mondo Allarme Lagarde: crescita più lenta del previsto, serve coraggio per evitare una “nuova mediocrità”

Allarme Lagarde: crescita più lenta del previsto, serve coraggio per evitare una “nuova mediocrità”

3 Ottobre 2014 07:11
L’economia globale ha bisogno di politiche coraggiose per evitare una “nuova mediocrità”. Nuovo allarme crescita questa volta dal numero uno del Fondo Monetario Internazionale (Fmi), Christine Lagarde. Il direttore generale dell’organizzazione di Washington ha avvisato il rischio di un prolungato del periodo di crescita lenta con cui l’economia globale è alle prese ormai da sei anni.
“L’economia globale è a un punto di svolta – ha affermato la Lagarde – può cavarsela con una crescita inferiore alla media, una nuova mediocrità, oppure si può puntare a un percorso migliore in cui delle politiche coraggiose facciamo accelerare la crescita, aumentare l’occupazione e realizzare un nuovo slancio”. 
Scenario deteriorato rispetto a sei mesi fa, verso taglio stime 
“I paesi sono ancora alle prese con l’eredità della crisi, compresi gli oneri elevati di debito e disoccupazione, con lo scenario che si è deteriorato rispetto a sei mesi fa”, ha avvisato  Christine Lagarde nel corso di un discorso tenuto ieri presso la Georgetown University di Washington. Martedì 7 ottobre il Fondo Monetario Internazionale rilascerà il nuovo World Economic Outlook e la Lagarde ha preannunciato che l’accelerazione dell’economia il prossimo anno sarà inferiore a quanto previsto in precedenza. 
La crescita dei paesi avanzati risulta guidata da Stati Uniti e Regno Unito, mentre il rimbalzo del Giappone è “modesto”, e l’area dell’euro è il più debole del previsto.  I mercati emergenti dell’Asia e soprattutto la Cina sono visti continuare a contribuire a guidare l’attività globale.  
Preoccupa disoccupazione e bassa inflazione eurozona 
La Lagarde ha citato come potenziali nubi all’orizzonte l’elevata disoccupazione e la bassa inflazione nell’area dell’euro, gli eccessi finanziari che costruiscono nelle economie avanzate, e rischi di mercato e di liquidità che stanno migrando alle parti meno regolamentate del sistema finanziario.
Sempre ieri intervenendo a Bloomberg Television, l’esponente del Fmi ha rimarcato come i movimenti valutari riflettano le diverse velocità di crescita dei vari Paesi, con il dollaro che riflette la forza del’economia degli Stati Uniti, mentre l’euro si è deprezzato di più rispetto ad altre valute anche in virtù della debolezza dell’economia europea.