Notizie Notizie Italia Alitalia, i tempi supplementari non premiano il titolo

Alitalia, i tempi supplementari non premiano il titolo

9 Luglio 2007 07:47

Il mercato non accoglie favorevolmente la decisione del Governo di allungare i tempi per la privatizzazione di Alitalia. I titoli della compagnia di bandiera, dopo aver aperto le contrattazioni a 0,8035 hanno presto bucato verso il basso la soglia degli 0,8 euro. Mentre si scrive la flessione del titolo è pari allo 0,9% a 0,7865 euro. Il mercato ha dunque accolto con freddezza la decisione con cui per la seconda volta Palazzo Chigi ha prorogato il termine per la presentazione delle offerte d’acquisto vincolanti. Originariamente prevista per il 2 luglio, la scadenza era stata spostata al 12 luglio ed è ulteriormente stata differita a lunedì 23. Ufficialmente la decisione è stata assunta per “la sopravvenuta disponibilità di ulteriori informazioni riguardanti Alitalia e per consentirne l’esame da parte dei soggetti ammessi alla presentazione delle offerte vincolanti”.


 


Se da un lato la proroga potrebbe permettere a eventuali nuovi entranti di presentare le proprie offerte, o anche un rientro in gioco dei gruppi che hanno abbandonato la contesa come la russa Aeroflot e il gruppo di private equity Tpg, dall’altro lato il rinvio conferma i problemi della gara. Alcuni quotidiani nel fine settimana hanno riportato l’indiscrezione secondo cui la dilazione sarebbe stata chiesta dall’unico concorrente in gara, la ApHolding di Carlo Toto (la società ha smentito), che avrebbe difficoltà nel reperire le risorse finanziarie necessarie presso le quattro banche che sostengono l’iniziativa.


 


Secondo il Sole 24 Ore di sabato il Governo avrebbe inoltre ammorbidito alcune condizioni della bozza di contratto di compravendita di Alitalia. Sono state accolte le richieste per due clausole sospensive del contratto, su Antitrust ed esuberi. In caso di aggiudicazione e di successive imposizioni penalizzanti da parte dell’Antitrust (ad esempio la cessione degli slot sulle rotte nazionali) Toto potrebbe quindi smarcarsi dall’impegno senza dover pagare la penale di 50 milioni di euro prevista. Un’altra clausola sospensiva sarebbe stata inserita qualora i sindacati non accettassero il piano di esuberi (2350 posizioni) già presentato da Toto nel piano industriale. Non è tutto. Il Tesoro avrebbe anche accettato di ridurre a circa la metà la penale massima, 200 milioni, prevista, fino a tre anni dopo la vendita, in caso di tagli alle rotte o ai voli.