Alitalia, la parola al Tesoro per la short list
La gara per la privatizzazione di Alitalia entra nel vivo. Oggi, è il giorno in cui il ministero dell’economia si riunirà per stilare la lista dei candidati per la cessione della quota di maggioranza della compagnia di bandiera italiana ai privati.
Dopo le prime verifiche del Tesoro i nomi dei pretendenti da undici sarebbero scesi a cinque-sei. Resa nota la short list si passerà alla fase due dell’operazione che consisterà nell’invio da parte del Tesoro della lettera di procedura solo a coloro che abbiano risposto ai requisiti richiesti dal bando di gara e che saranno al tempo stesso invitati a presentare un business plan.
Archiviata la prima fa fase, si comincerà a fare sul serio con un confronto diretto, sulle offerte economiche, ma anche su piani industriali. Elementi indispensabili al governo per effettuare la scelta finale. Durante la prima selezione, ancora in corso, si è messa in evidenza la solidità patrimoniale di Unicredit, di AirOne, dei fondi di private equity Texas Pacific Group, TerraFirma e MatlinPatterson, e della cordata di imprenditori di M&C di Carlo De Benedetti. È finito già fuori pista Paolo Alazraki. Tra i sorvegliati speciali ci sono Air France e Lufthansa.
Archiviata la prima fa fase, si comincerà a fare sul serio con un confronto diretto, sulle offerte economiche, ma anche su piani industriali. Elementi indispensabili al governo per effettuare la scelta finale. Durante la prima selezione, ancora in corso, si è messa in evidenza la solidità patrimoniale di Unicredit, di AirOne, dei fondi di private equity Texas Pacific Group, TerraFirma e MatlinPatterson, e della cordata di imprenditori di M&C di Carlo De Benedetti. È finito già fuori pista Paolo Alazraki. Tra i sorvegliati speciali ci sono Air France e Lufthansa.
I tempi sono serrati, dunque. Le candidate, pronte a scendere in pista, avranno tempo fino alla fine di marzo per presentare le offerte non vincolanti. Per sapere qualcosa di certo si dovrà attendere qualche ora e per il momento le parole d’ordine restano: segretezza e riserbo. Nei giorni scorsi era stato il presidente della Consob, Lamberto Cardia, a invitare tutti alla cautela sul caso Alitalia, senza lasciarsi andare a dichiarazioni compromettenti.
Ma nel quartier generale di Alitalia non si sta con le mani in mano. La società di Via della Magliana è al lavoro per preparare il cambio della guardia con la nomina del nuovo consiglio di amministrazione che avrà il compito di guidare la compagnia verso un nuovo azionista di controllo, ed un nuovo piano industriale per affrontare una crisi che ha radici lontane negli anni.
Non è certo una sorpresa che il nome Giancarlo Cimoli non figurerà nella lista di nominativi proposta dal ministero per il prossimo consiglio di amministrazione di Alitalia. Il vero tormentone del momento resta la buonuscita dell’ex-presidente della compagnia aerea nostrana. Sulla questione è intervenuto il legale di Cimoli che ha precisato: ”Con riferimento alle notizie di recente riportate dai media circa il contratto tra Alitalia e Giancarlo Cimoli – si legge nella nota – mi è stato conferito mandato di precisare che tra i due non vi è alcun contratto che garantisca allo stesso 8 milioni di euro in caso di recesso anticipato.
Alla guida della compagnia di bandiera, Berardino Libonati. Il nuovo presidente eredita la carica di Giancarlo Cimoli, che ha guidato la compagnia negli ultimi tre anni, lascia a pochi mesi dalla scadenza naturale del mandato.