Alitalia, Cottarelli dice basta Stato: ‘a questo punto meglio fallimento’
Nuovo capitolo turbolento per Alitalia, con Atlantia che sta valutando l’opzione di tirarsi indietro dal piano di salvataggio della compagnia aerea, condizionando la decisione alla questione della revoca della concessione, da parte del governo M5S-PD, alla controllata Autostrade. Il salvataggio si fa più complicato, mentre il vettore continua a essere attaccato alla flebo di un prestito ponte che, come ha fatto notare ieri Carlo Bonomi, numero uno di Assolombarda, è diventato permanente.
Della saga italiana ha parlato oggi anche l’ex Commissario alla Spending Review Carlo Cottarelli. In un’intervista rilasciata a Radio Capital, Cottarelli si è così espresso:
“In Alitalia abbiamo messo dentro già 10 miliardi, ci sarà pure una soluzione che consenta agli aerei di continuare a volare gestiti dal settore privato senza che lo Stato debba continuare a metterci i soldi, perché non può andare avanti così. Fallimento? Quello che è successo in altri Paesi è che una società formalmente fallisce ma una società privata riprende a far volare gli aerei, e così facendo non si perdono i collegamenti”.
Insomma, a questo punto, per il paladino dei conti pubblici italiani che ha più volte auspicato una riduzione del debito pubblico puntando sul taglio delle spese, per Alitalia sarebbe meglio il fallimento, seguito da una sua successiva privatizzazione.
Ieri la notizia sulla strategia di Atlantia attraverso una lettera riportata da La Repubblica:
“Il permanere di una situazione di incertezza in merito ad Autostrade per l’Italia o ancor più l’avvio di un provvedimento di caducazione di cui si legge sugli organi di stampa, non consentirebbero infatti alla scrivente società di impegnarsi in un’operazione onerosa di complessa gestione ed elevato rischio, come dimostrato da due precedenti piani di ristrutturazione falliti ai quali pure abbiamo partecipato”.
Sempre ieri, in occasione dell’Assemblea annuale di Assolombarda, il presidente dell’associazione Carlo Bonomi aveva affrontato il caso della compagnia aerea. Nel consigliare al governo M5S-PD di lasciar perdere l’idea di tassare il contante, Bonomi aveva fatto notare che la soluzione che viene proposta per Alitalia “non è una soluzione di mercato: è di ristatalizzarla”.
“Ma Alitalia – aveva continuato Bonomi – ha solo l’8% del mercato di chi viene e parte dall’Italia per l’estero, e noi qui in Assolombarda, guardando i numeri, proprio non riusciamo a capire il perchè tutti i partiti, da sinistra a destra, vogliano ristatalizzarla”.
Negli ultimi tre anni, ha ricordato il numero uno degli industriali lombardi, “a ogni assemblea ci siamo ritrovati un governo che ci diceva che per Alitalia dietro l’angolo c’era una soluzione di mercato, con un prestito ponte che sarebbe dovuto durare tre mesi, poi sei, poi nove. Sono passati 28 mesi, il prestito ponte è diventato permanente, e la soluzione non c’è ancora. E quella indicata ancora oggi non è una soluzione di mercato: è di ristatalizzarla”.