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Alert Credit Suisse: azioni e bond sotto attacco

14 Marzo 2023 12:13

E ora in Europa si teme per Credit Suisse. Il titolo scivola del 5% al nuovo minimo storico, a fronte del crollo dei bond della banca svizzera.

A far scattare l’ondata di sell sulle azioni e sulle obbligazioni è stato l’annuncio del colosso, che ha reso noto di aver riscontrato “debolezze significative” nelle procedure di controllo attivate sui conti del 2022 e del 2021.

L’istituto svizzero ha comunicato di aver pubblicato il rapporto annuale 2022 e il rapporto di sostenibilità dopo un ritardo dovuto ad una interlocuzione con la Securities and Exchange Commission (Sec) , l’Autorità di borsa Usa, avvenuta in merito alla valutazione tecnica delle revisioni precedentemente divulgate.

Le discussioni con la Sec sono terminate e la banca elvetica ha confermato i risultati finanziari del 2022 come precedentemente pubblicati, nonchè i risultati finanziari per il 2020 e il 2021, che sono inclusi nella relazione annuale 2022.

Tuttavia, Credit Suisse ha rivelato  che i“controlli interni lanciati sui conti non sono stati efficienti”, in quanto non sono stati capaci di identificare in modo adeguato i rischi potenziali sul bilancio.

Di conseguenza, i vertici hanno deciso di lanciare un piano volto a colmare le lacune individuate nelle procedure di controllo.

I problemi, ha annunciato la banca, si sono sostanziati in particolare nella mancata progettazione e mancato mantenimento di un efficace processo di valutazione del rischio per identificare e analizzare il rischio di inesattezze rilevanti” e in altri difetti nel controllo interno e nella comunicazione.

Nonostante ciò, Credit Suisse ha dichiarato di essere in grado di confermare che i suoi bilanci per gli anni in questione “presentano in modo corretto, sotto tutti gli aspetti rilevanti, la [sua] condizione finanziaria consolidata”.

Confermati così i conti del 2022 annunciati il 9 febbraio, che hanno mostrato una perdita netta di 7,3 miliardi di franchi svizzeri (8 miliardi di dollari) per l’intero anno.

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Credit Suisse: rischio di liquidità, deflussi dai depositi

Un dato su tutti allarma Credit Suisse.

Alla fine del 2022 la banca elvetica ha assistito a prelievi significativamente più elevati di depositi in contanti, al mancato rinnovo di depositi a termine in scadenza e a deflussi netti di attività a livelli che superavano sostanzialmente i tassi registrati nel terzo trimestre del 2022″.

Oltre 110 miliardi di franchi svizzeri sono stati nel quarto trimestre ritirati dai clienti a causa di una serie di scandali, rischi legacy e mancanze di compliance.

“Questi deflussi si sono stabilizzati a livelli molto più bassi, ma non si sono ancora invertiti alla data del presente rapporto”.

Di conseguenza, “i deflussi ci hanno portati a utilizzare parzialmente i buffer di liquidità a livello di Gruppo e di entità legale, e siamo scesi al di sotto di alcuni requisiti normativi a livello di entità legale“.

Credit Suisse ha riconosciuto che queste circostanze hanno “esacerbato e potrebbero continuare ad esacerbare” i rischi di liquidità.

La riduzione degli asset in gestione dovrebbe comportare di fatto una riduzione del reddito netto da interessi e delle commissioni e spese ricorrenti, incidendo a sua volta sugli obiettivi di posizione patrimoniale della banca.

L’incapacità di invertire questi deflussi e di ripristinare le nostre attività in gestione e i nostri depositi potrebbe avere un effetto negativo rilevante sui nostri risultati operativi e sulla nostra condizione finanziaria”, si legge nel rapporto.

La banca ha ribadito di aver intrapreso “un’azione decisiva” sulle questioni legate al passato nell’ambito della massiccia revisione strategica in corso, che dovrebbe comportare un’ulteriore perdita finanziaria “sostanziale” nel 2023.

In tutto questo il consiglio di amministrazione della banca ha rinunciato collettivamente a un bonus per la prima volta in oltre 15 anni, come confermato dal rapporto annuale, mentre ha ricevuto un compenso fisso complessivo di 32,2 milioni di franchi svizzeri.