Aim Italia: dalla nascita ad oggi. Ecco come funziona e le ultime tendenze

Una elevata dinamicità, con 14 Ipo in sette mesi, una crescita dell’interesse da parte degli investitori istituzionali e una migliorata liquidità caratterizzano oggi l’Aim Italia, il mercato di Borsa Italiana dedicato alle piccole e medie imprese. E’ ciò che emerge dai dati dell’Osservatorio Aim Italia, presentato oggi da IR Top.
Il segmento Aim Italia dalla nascita ad oggi
Dal 2009, anno in cui è nato questo segmento sull’esempio di successo del mercato anglosassone, si sono quotate 68 società, di cui 14 nei primi sette mesi del 2015 su un totale di 19 Ipo su Borsa Italiana. La capitalizzazione è pari a 2,9 miliardi di euro, mentre la raccolta da Ipo è pari a 536 milioni, di cui 92 milioni da inizio anno. L’impatto economico dell’Aim Italia si riassume in oltre 11mila posti di lavoro e 3,4 miliardi di euro di giro d’affari. I settori più rappresentativi del mercato sono il green (24%) e il digital (21%), ma il segmento si sta sempre più differenziando, andando a rappresentare sempre più da vicino il ricco tessuto imprenditoriale italiano. A livello geografico, le regioni maggiormente rappresentate sono quelle del Nord: in particolare Lombardia (35% delle società), Lazio (21%) ed Emilia Romagna (13%). Ma il segmento conta al suo interno anche 5 società estere.
L’identikit della società quotata
Le società che si quotano all’Aim Italia presentano in media un fatturato intorno ai 33 milioni di euro e un Ebitda margin del 9%. Attraverso l’Ipo, le società fanno il loro ingresso a Piazza Affari solitamente con una offerta pubblica di sottoscrizione (nell’88% dei casi) raccogliendo non più di 5 milioni di euro.
Buoni i fondamentali. Il 65% delle società Aim Italia ha evidenziato una crescita del fatturato nel 2014: di queste, il 17% ha riportato un tasso di crescita superiore al 50%, mentre il 10% addirittura del 100%. Positivo anche il segnale che arriva dalla politica dei dividendi. Nel 2015 sono 16 le società che distribuiscono i dividendi per complessivi 30 milioni di euro. Infine, emerge un sentiment positivo dagli analisti. Il 67% delle raccomandazioni riporta un giudizio buy, il 13% un giudizio outperform e il potenziale upside sui titoli è pari in media al 39%.
Cresce l’interesse degli investitori istituzionali
Nell’azionariato delle società Aim Italia sono presenti 80 investitori istituzionali, di cui 48 italiani
(60%) e 32 esteri (40%). Il principale investitore a livello internazionale è lo svizzero Patrimony 1873 che, attraverso White Fleet III Globes Italy Equity Star, primo fondo estero dedicato all’Aim Italia, detiene 14 partecipazioni. L’investitore italiano più attivo è AcomeA Sgr, che detiene 18 partecipazioni, seguito da Amaranto Investment Sim (17), attraverso Maintower Sicav – Comparto Amaranto Italian Market. Gli altri investitori più attivi sono Kairos Partners Sgr, Zenit Sgr, Azimut Capital Management Sgr, Arca Sgr, Anima Sgr, Intesa Sanpaolo e Gam Investment Management.
L’indice Ftse Aim Italia
Il progressivo incremento del numero di società quotate, la crescita della capitalizzazione media e il crescente interesse degli investitori stanno contribuendo al miglioramento della liquidità del mercato. Il controvalore medio giornaliero scambiato nei primi cinque mesi del 2015 si attesta a 101mila euro rispetto a 45mila euro nel primo semestre 2014, mentre il numero di giorni con scambi sul totale dei giorni di negoziazione è pari al 74% (vs 69%). E da oggi non si parla solo di azioni. Nei primi sette mesi del 2015 sono stati emessi 6 prestiti obbligazionari, minibond o obbligazioni convertibili per un valore complessivo di 32,8 milioni di euro.
L’indice Ftse Aim Italia, costituito nel luglio 2013 includendo 24 titoli, si compone di tutte le azioni negoziate sul mercato, la ponderazione delle singole azioni è basata sulla capitalizzazione aggiornata su base trimestrale e ogni nuova azione entra nel paniere il giorno successivo all’avvio delle negoziazioni.