Eni: produzione in crescita, alza guidance 2015. Conti pagano crollo petrolio e Saipem
I conti di Eni pagano il crollo del petrolio, con il Wti tornato sotto la soglia psicologica dei 50 dollari al barile, e la maxi perdita della controllata Saipem. Ma la produzione cresce a ritmi sostenuti e permette al colosso petrolifero di alzare la guidance per l’intero 2015. A Piazza Affari il titolo, dopo un avvio negativo nei primissimi scambi di seduta, ha ridotto le perdite portandosi sulla linea della parità. “Esclusa Saipem si tratta di buoni numeri, in linea con le aspettative. L’aumento del target di produzione è un segnale positivo di fiducia nei ramp-up dei giacimenti”, spiegano gli analisti di Mediobanca.
Produzione. Nel secondo trimestre la produzione di idrocarburi di Eni è stata di 1,754 milioni di barli al giorno, in aumento del 10,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Escludendo l’effetto prezzo positivo nei contratti di “production sharing” l’aumento è stato pari al 7,1% (+5,2% nel primo semestre). Un incremento dovuto al contributo dei nuovi avvii e dei ramp-up di campi avviati a fine 2014 principalmente in Angola, Congo, Stati Uniti, Egitto e Regno Unito e delle maggiori produzioni in Libia.
Inoltre a luglio è stato avviato il giacimento giant a gas Perla in Venezuela ed è stato confermato il prossimo avvio del giacimento a olio Goliat nel mare di Barents. Il colosso petrolifero ha così rivisto la guidance sulla produzione per l’intero 2015 dal +5% a oltre il +7 per cento.
Conti. Eni ha chiuso il secondo trimestre con un utile operativo di 394 milioni di euro e una perdita netta di 113 milioni, rispetto all’utile operativo di 2,25 miliardi e dei profitti netti per 658 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. La performance operativa (-82%) è stata penalizzata dal crollo delle quotazioni del petrolio, che ha determinato la contrazione dei ricavi del settore E&P, nonché dal peggioramento dei risultati di Saipem.
A livello adjusted, esclusa la perdita di Saipem, nel secondo trimestre, l’utile operativo è stato di 1,50 miliardi (-41,4%) mentre l’utile netto si è attestato a 448 milioni (-46,1%). Su base consolidata l’utile netto adjusted è stato di 139 milioni di euro, in flessione dell’84,3%, mentre l’utile operativo adjusted è calato del 72,1% a 762 milioni di euro.
Nel secondo trimestre il gruppo ha registrato un cash flow operativo pari a 3,37 miliardi di euro (5,68 miliardi nel semestre), stabile rispetto allo stesso periodo dello scorso anno nonostante il peggioramento dello scenario di riferimento. A fine giugno l’indebitamento finanziario netto si è attestato a 16,48 miliardi di euro, in aumento di 2,79 miliardi rispetto a fine 2014 e di 1,34 miliardi rispetto a fine marzo.