Notizie Notizie Mondo A Musk non va giù la “Big Beautiful Bill” di Trump: quella legge di spesa va fermata

A Musk non va giù la “Big Beautiful Bill” di Trump: quella legge di spesa va fermata

5 Giugno 2025 13:59

Elon Musk non riesce proprio ad accettare la legge di spesa votata dalla camera bassa del Congresso americano lo scorso 22 giugno, quella che Donald Trump ha definito una “Big Beautiful Bill”, ed è arrivato ad invocarne esplicitamente la bocciatura.

“Kill the Bill” è stato il concetto espresso ieri da Musk in una raffica di post su X, in cui ha anche piazzato una foto della locandina di Kill Bill, il celebre film di Quentin Tarantino.

Secondo le proiezioni governative la legge andrebbe ad aggiungere fino 2.400 miliardi di dollari al deficit federale americano nei prossimi 10 anni. Il Congresso a maggioranza repubblicana andrebbe così in direzione diametralmente opposta ai propositi del Department of Government Efficiency (Doge), l’agenzia che Musk ha guidato per 130 giorni con l’obbiettivo di migliorare l’efficienza della spesa pubblica di Washington.

La nuova legge contiene tuttavia anche disposizioni che vanno contro alcuni interessi del miliardario di origine sudafricana, fondatore e ceo di Tesla, prevedendo la conclusione del programma di incentivi per gli acquisti di veicoli elettrici.

Musk avrebbe cercato fino all’ultimo di convincere i repubblicani a mantenere incentivi EV (Bloomberg)

Secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg, che ha citato una fonte anonima vicina a quelle conversazioni, Elon Musk avrebbe provato senza successo a convincere i parlamentari repubblicani a mantenere gli sgravi fiscali per gli acquisti di veicoli elettrici. In particolare Musk avrebbe fatto appello al presidente della Camera dei Rappresentanti Mike Johnson, senza trovare però la disponibilità del parlamentare della Louisiana.

Nella versione della legge votata alla Camera, con risicata maggioranza di 215 a favore a 214 contrari, il programma di tax credit di 7500 dollari sugli acquisti di veicoli elettrici sarà terminato alla fine del 2025.  Questa battaglia persa sarebbe stata la scintilla che ha fatto esplodere l’ira di Musk contro la legge, da lui definita “un abominio disgustoso”  che dovrebbe fare vergognare chi l’ha votata.

In risposta alle critiche di Musk, Johnson in realtà ha già detto pubblicamente alla stampa che la decisione sugli incentivi “può avere un effetto” sulle aziende del miliardario, suggerendo quindi una motivazione “interessata” alla base delle critiche.

Nel corso di una ‘earning call’ del 2024, quando già si parlava di  una possibile fine degli incentivi, Musk aveva detto che questo avrebbe avuto un impatto enormemente superiore sui concorrenti di Tesla.

Dopo il Doge, inizia una nuova fase del rapporto tra Trump e Musk. La Casa Bianca per ora non risponde alle critiche

Il periodo alla guida del Doge ha visto Musk protagonista dei primi mesi del nuovo governo Trump. È apparso quasi ogni giorno a fianco del presidente americano, annunciando le scoperte del suo team – perlopiù giovani fenomeni dell’informatica – che si addentravano come una task force negli uffici federali e scoprivano buchi neri di spesa e, talvolta anche con l’accetta, decurtavano interi programmi in vigore da decenni, con impatto anche su budget di partiti politici e carriere individuali in tutto il mondo.

La sua vicinanza a Trump ne ha fatto una figura sempre più controversa e l’acquisto di Tesla è diventato un fatto “politico”. Ci sono stati boicottaggi e col tempo anche casi di violenza e distruzione di veicoli. L’impatto sulle vendite e sulla performance del titolo è stato notevole ed un distanziamento di Musk dalla Casa Bianca ed un ritorno ad un suo ruolo più attivo alla guida di Tesla è apparso inevitabile.

Trump non ha risposto pubblicamente ai commenti di Musk sulla sua “Big Beautiful Bill” ma la Casa Bianca ha detto ieri che la legge “sprigiona un’era di crescita economica senza precedenti”. 

Dopo un incontro con Trump e alcuni senatori repubblicani alla Casa Bianca ieri, il senatore del Kansas Roger Marshall ha detto a Bloomberg Television che “Elon non è stato per nulla importante in questa conversazione”. Johnson aveva detto in precedenza come Musk si “sbagliasse completamente” nelle sue critiche alla legge, che prevede tra l’altro enormi tagli fiscali.

È chiaro che ci siano tensioni con Musk ma va ricordato come Trump non sia completamente sovrapponibile allo stato maggiore repubblicano, essendo stato votato anche come espressione del sentimento il più possibile antagonistico ad esso.

La legge prevede enormi tagli fiscali e di spesa, deficit aumenterà di 2.400 miliardi di dollari

Secondo i calcoli del Congressional Budget Office (CBO), la legge votata lo scorso 22 maggio, che dovrà passare il vaglio del Senato prima di arrivare sulla scrivania di Trump, nei prossimi dieci anni porterà ad una riduzione delle entrate di 3.670 miliardi di dollari e ad una diminuzione di spesa di 1.250 miliardi. Il risultato sarà un aumento del deficit di 2.400 miliardi di dollari.

I calcoli non tengono in considerazione i potenziali effetti positivi di spinta all’economia, che i repubblicani come Johnson dicono sia alla base della concezione della legge e da soli ripagheranno gli eventuali mancati ricavi.