Sterlina attaccata dai sell, parole Trump su Corea Nord scatenano buy su asset rifugio (GRAFICI)
Movimenti scatenati sul mercato del forex. La sterlina soffre un’ennesima forte flessione nei confronti del dollaro, scontando gli esiti degli ultimi sondaggi, in vista delle elezioni politiche in UK del prossimo 8 giugno.
YouGOV ha reso noto che i Tories della premier Theresa May sono sempre in vantaggio sui laburisti di Jeremy Corbyn, ma in misura decisamente minore rispetto alle ultime settimane.
In particolare, i conservatori beneficiano di un consenso pari al 43%, in calo di 1 punto percentuale rispetto alla scorsa settimana, mentre il Labour è in crescita di 3 punti percentuali, al 38%.
Nel precedente sondaggio di YouGov, il vantaggio del partito di May era di ben 9 punti.
Sterlina sconta anche timori economia
L’escalation delle tensioni in vista del voto avviene di pari passo con la crescita dei timori sull’economia UK.
Dal fronte macro, si apprende che l’indice della fiducia dei consumatori, stilato congiuntamente da YouGov e il CEBR, è precipitato ai minimi dalle settimane immediatamente successive al referendum sulla Brexit del 23 giugno del 2016.
Dal report emerge che:
- La fiducia dei consumatori sulle condizioni finanziarie in cui versano è al minimo dal dicembre del 2014.
- In calo le aspettative sullo stato delle loro finanze nel corso dei prossimi 12 mesi.
- La percezione della sicurezza del posto di lavoro è scesa al valore più basso in quattro anni.
Così commenta il quadro Stephen Harmston, responsabile della divisione YouGov Reports:
“Tali dati sembrano dimostrare che il rallentamento del Pil sta facendo sentire i propri effetti sulla vita di tutti i giorni dei cittadini, che stanno iniziando ad avvertire l’indebolimento dell’economia”.
Immediata la reazione del cable, che scivola al minimo delle ultime due settimane, in flessione di oltre mezzo punto percentuale a $1,2869.
La sterlina cede anche contro l’euro, in questo caso precipitando al valore più basso in due mesi.
L’euro è piatto sul dollaro, mantenendosi saldamente sopra la soglia di $1,12; il dollaro accelera al ribasso e perde -0,80% a JPY 110,94.
Lo yen sale anche nei confronti dell’euro, con il rapporto eur-jpy che perde -0,75% a JPY 124,43.
Sullo sfondo, gli investitori oggi propendono per l’avversione al rischio.
Risultato: a beneficiarne sono soprattutto gli asset rifugio per eccellenza, come oro e yen.
Giù anche il dollaro dopo dichiarazioni Trump
Ad alimentare la corsa agli asset rifugio sono stati i commenti di Donald Trump, che ha definito la Corea del Nord “un grande problema”, rassicurando il premier giapponese Shinzo Abe.
“E’ un grande problema, è un problema di tutto il mondo e sarà risolto. Prima o poi sarà risolto, potete scommetterci”, ha detto il presidente Usa, in un incontro bilaterale in vista della riunione del G7 a Taormina.
Occhio alla reazione, in particolare, dell’oro:
In ripresa i prezzi del petrolio, dopo essere scivolati fino a -5% dopo la decisione dell’Opec e di altri principali paesi produttori, di limitarsi a prorogare i tagli all’offerta di altri nove mesi, senza procedere a riduzioni dell’output più profonde.
La performance, a livello settimanale, rimane negativa.