Notizie Notizie Mondo 12 settembre: l’Europa guarda a Germania e Olanda per fare nuovi passi fuori dalla crisi

12 settembre: l’Europa guarda a Germania e Olanda per fare nuovi passi fuori dalla crisi

10 Settembre 2012 10:31

Non è ancora liscia la strada che conduce alla fine della crisi del debito europeo. Due ostacoli sono dietro l’angolo e si dovranno superare mercoledì prossimo, 12 settembre, quando avranno luogo due importanti avvenimenti politici: le elezioni in Olanda e il voto della corte costituzionale tedesca sulla liceità per la Germania del fondo ESM.
Dal secondo appunamento dipende la possibilità di potenziare il fondo di salvataggio europeo già esistente, l’EFSF, trasformandolo nell’ESM: un meccanismo permanente e con una potenza di fuoco di 500 miliardi di euro al quale potrebbe essere concessa la licenza bancaria, ovvero la capacità di erogare direttamente fondi ai Paesi che ne fanno richiesta e di acquistarne i titoli di Stato. Una possibilità questa che il governo tedesco ha sempre guardato con sospetto, dal momento che la fetta più grossa di quella torta da 500 miliardi (il 27%) è fornita proprio dalla Germania, in quanto maggiore economia europea.
Cos’accadrebbe, quindi, se il voto della corte costituzionale teutonica dovesse essere negativo? Secondo l’ultimo report di Morgan Stanley sull’argomento, il mercato non si è preparato a sufficienza per una simile eventualità, che secondo i calcoli degli esperti è tutt’altro che remota: esiste infatti ben il 40% di possibilità che il prossimo 12 settembre la Corte Costituzionale tedesca dica no alla ratifica del trattato istitutivo dell’ESM da parte della Germania. Questo scenario, avverte la Banca d’affari statunitense, non è ancora prezzato dal mercato, sul quale potrebbe quindi verificarsi un terremoto nel caso di un verdetto negativo. Tuttavia, lo scenario più probabile secondo gli analisti è che la Corte alla fine permetta a Berlino la ratifica in considerazione di motivi di emergenza.
Questa versione ottimistica sembra prevalere in Europa anche secondo il Financial Times, che in un articolo pubblicato oggi rimarca come tra i Paesi dell’Euro spiri un clima più sereno dopo le parole pronunciate giovedì scorso dal presidente della Bce Mario Draghi.
Clima che potrebbe portare la coalizione filo-europeista a strappare una vittoria a sorpresa nelle elezioni olandesi di mercoledì prossimo. Secondo quanto riportato da Credit Suisse, infatti, i sondaggi parlano di un calo nel supporto dell’elettorato al “Partito della Libertà”, coalizione di estrema destra guidata da Geert Wilders che si batte per l’uscita dell’Olanda dall’Eurozona. Proprio a Wilders si deve la crisi di governo del Paese: lo scorso aprile infatti il suo partito ha ritirato l’alleanza con il premier liberale Mark Rutte che aveva varato un piano di austerity con tagli da 13 miliardi di euro, necessari a ridurre il deficit di bilancio dall’attuale 4,7% del Pil al 3% secondo quanto richiesto dal fiscal compact dell’Ue.
L’austerity e l’obbiettivo del deficit al 3% del Pil, cruciale per restare nell’Eurozona, sarà di fatto il tema su cui si giocherà la vittoria o la sconfitta dei candidati alle elezioni di mercoledì prossimo. Secondo il report di oggi di Credit Suisse, infatti, “i partiti politici sembrano divisi tra favorevoli all’austerità e contrari. E anche i sondaggi indicano che l’elettorato è diviso su questo aspetto”.
Gli indecisi, dopo le decisioni della Bce della scorsa settimana, potrebbero propendere per un governo che si batta per la permanenza dell’Olanda nell’Eurozona. A sorpresa, secondo il Financial Times, potrebbe ad esempio risorgere il “moribondo” partito laburista di Diederik Samsom, protagonista di una serrata campagna elettorale in pieno stile statunitense. Una vittoria di Samsom, secondo il quotidiano inglese, potrebbe dare vita ad una coalizione di centro filo-europeista con il partito liberale del premier uscente Mark Rutte, togliendo dalla scena l’estremista di destra Wilders.