Tutto e subito: Fed e Bce ora sono obbligate a saziare i mercati. Ecco l’agenda fitta di Draghi per giovedì 25
Il ritorno alla politica monetaria super-espansiva da parte delle banche centrali è quello che attendono i mercati. La Federal Reserve da una parte potrebbe ridurre i tassi di interesse anche se l’economia a stelle e strisce poggia su un terreno solido, dicono gli analisti di Citi. Dall’altra parte anche la Bce ha aperto la porta ad una nuova fase di espansione monetaria che potrebbe prendere il via già dalla prossima settimana, il 25 luglio, quando gli analisti prevedono un cambio della forward guidance di Francoforte con l’annuncio di un pacchetto di nuove misure, preparatorio alla riunione di settembre.
L’avvertimento di Citi: occhio a non deludere i mercati
Per Citi “la Bce tornerà a un tono espansivo”, ma c’è anche chi come Cagdas Aksu, strategist di Barclays non ritiene però probabile che la Bce tagli i tassi e cambi la forward guidance subito. A far propendere gli analisti verso questa considerazione, il discorso di Mario Draghi a Sintra qualche tempo fa in cui il numero uno della Banca centrale europea ha sostenuto che in assenza di miglioramenti economici, occorreranno ulteriori stimoli.
Il timore adesso è che la realtà sia meno luccicante delle premesse e in tal senso Citi avverte che possibili delusioni andrebbero a innescare un’ondata di volatilità sui mercati.
Perché la Bce potrebbe darsi una mossa già a luglio
Certo che, afferma Carsten Brzeski, Chief Economist ING Germany, i dati economici al di fuori della zona euro, così come l’annuncio de facto della Fed di un taglio dei tassi di luglio, hanno chiaramente spinto la BCE a darsi all’azione già a luglio, piuttosto che aspettare fino a settembre. Dopo alcuni timidi segnali di stabilizzazione alla fine del primo trimestre, l’economia della zona euro sembra essere nuovamente scivolata nel baratro. Ciò che preoccupa maggiormente è anche il fatto che vi sono segnali che anche la solida parte interna dell’economia Ue, la Germania, potrebbe vacillare. In particolare, i dati tedeschi infatti sono quelli che preoccupano di più. Secondo Brzeski, in vista della riunione della prossima settimana, la domanda principale è se la BCE possa permettersi di aspettare altre sei settimane, a settembre quindi, prima di fornire nuovi stimoli monetari o se possa sorprendere i mercati finanziari anticipando le nuove misure. Tradizionalmente la Bce attende settembre, visto che raccoglie ulteriori dati per fare le sue valutazioni, in primis il PIL del secondo trimestre che viene rilasciato a metà agosto e solo in seguito nella riunione di settembre adotta una decisione sulla politica da seguire. Ma come rivelano le parole di Draghi la Bce potrebbe anticipare da subito le sue mosse.
In passato, sottolinea l’analista di ING, si credeva che la BCE preferisse fornire nuovi stimoli a piccoli passi e in sequenza, ma ora questo punto di vista è cambiato. “Se ci sbagliamo e la BCE vuole anticipare nuovi stimoli monetari” conclude Brzeski “l’incontro della prossima settimana potrebbe portare a tagli dei tassi e una chiara indicazione che il QE potrebbe ripartire a settembre”.