Risiko auto scalda ancora Fca: anche Elkann sul dossier ‘grandi alleanze’
Il dossier alleanze resta caldo per Fca. I primi segnali sono arrivati dal Salone dell’auto di Ginevra di inizio marzo, da lì sono scattate numerose indiscrezioni che si sono focalizzate su un potenziale merger tra il gruppo italo-americano guidato dalla scorsa estate da Mike Manley e i francesi di Psa (Peugeot). Che la scelta di un potenziale partner in Fca sia in primo piano a Torino, è apparso chiaro ancora di più dagli ultimi rumors apparsi su “The Financial Times” che parlano dell’apertura a una grande alleanza da parte di John Elkann, presidente di Fca. Secondo quanto riporta il quotidiano inglese, Elkann avrebbe avuto contatti non solo con i francesi di Peugeot, ma anche con altre case automobilistiche coreane e cinesi. Le fonti vicine al dossier, citate dal Financial Times, sottolineano che non c’è nulla di imminente e che sul tavolo ci sarebbe l’opzione di diluire la partecipazione della famiglia Agnelli nel gruppo automobilistico. Maggiori indicazioni in tale senso, secondo alcuni analisti, potrebbero emergere in occasione della presentazione dei conti 2018 di Exor il prossimo 27 marzo.
Nuove indiscrezioni che spingono Fca a posizionarsi tra i migliori del Ftse Mib: il titolo sta accelerando al rialzo, mostrando ora un aumento del 3,4% a 13,2 euro (massimi intraday a 13,23 euro).
Ma cosa spingerebbe Elkann a guardare con interesse a un grande deal nel mondo dell’auto? Il rampollo della famiglia Agnelli, 43 anni il prossimo primo aprile, starebbe portando avanti alcune valutazioni di mercato. In particolare, il quotidiano londinese scrive: “Elkann e Marchionne, prima della sua prematura scomparsa la scorsa estate, avevano più volte mostrato la loro apertura a una fusione in un mercato alle prese con la forte pressione derivante dalla tecnologica (tech disruption)”. Negli ultimi anni Fca, con Marchionne che era considerato un vero e proprio dealmarker si era mossa su diversi fronti, esplorando diverse opzioni che però non erano andate a buon fine. Il Financial Times ricorda il potenziale deal con gli americani General Motors (GM) nel 2015, respinto dall’a.d. di Gm, Mary Barra. Inoltre, dieci anni fa le famiglie Peugeot e Agnelli erano già entrate in contatto, ma poi Fiat aveva perseguito la strada di Chrysler dopo che la famiglia Peugeot aveva detto no alla riduzione della sua quota.
Il fronte Psa-Fca, che si era acceso a inizio marzo da Ginevra, deve fare i conti con le ultime rivelazioni de “The Wall Street Journal“. Secondo il quotidiano Usa, a inizio anno Exor avrebbe respinto un accordo M&A proposto da PSA. “Un accordo tra Fca e Psa avrebbe senso, a nostro avviso, ma non ci aspettiamo che ciò si concluda nei termini brevi”, commentano gli analisti di Mediobanca Securities che confermano la raccomandazione neutral, con target price di 15 euro.
Intanto la scorsa settimana il mercato si era scaldato con le parole di Robert Peugeot. L’esponente della famiglia che ha fondato il marchio automobilistico francese aveva espresso dalle pagine di “Les Echos” la volontà dei Peugeot ad appoggiare le mire di acquisizione di PSA, attraverso il veicolo di investimenti FFP, di cui è responsabile. In particolare, sarebbe disposto a effettuare un investimento in proporzioni ragionevoli, qualora PSA, produttore dei veicoli Peugeot e Citroen, raggiungesse un accordo con un altro gruppo del settore. Finora – ha precisato – non è arrivata ancora nessuna proposta ma, alla domanda sulla possibilità di un investimento in FCA, la risposta è stata: “Con loro, così come con altri, i pianeti potrebbero essere allineati”.
Le mire di acquisizione dell’azienda erano diventate evidenti all’inizio di questo mese, meno di un anno dopo l’integrazione di PSA con i marchi Opel e Vauxall acquistati da General Motors, quando l’A.d. Carlos Tavares aveva affermato che l’azienda era ormai pronta a individuare nuove opportunità di crescita.