Notizie Notizie Italia Fitch grazia l’Italia ma vede esplodere l’alleanza M5S-Lega, rischi in aumento da metà 2019

Fitch grazia l’Italia ma vede esplodere l’alleanza M5S-Lega, rischi in aumento da metà 2019

23 Febbraio 2019 12:21

Niente declassamento per l’Italia ma le agenzie di rating continuano a ritenere che l’incertezza rischia di condizionare economia e conti pubblici. Fitch Rating ha confermato il giudizio sull’Italia con rating BBB (solo due gradino sopra il livello ‘junk’) e outlook negativo, ma in una lunga nota sottolinea di fatto la necessità di un cambio di passo, se non di una svolta politica, per superare tutte le criticità che continuano pesare su economia italiana e conti pubblici.

Fitch elenca tanti punti deboli e qualche pregio

Il rating italiano “BBB” e l’outlook negativo riflettono il livello estremamente alto del debito delle amministrazioni pubbliche e l’assenza di aggiustamento strutturale, qualità delle attività del settore bancario ancora debole, crescita del PIL molto bassa, rischio politico e incertezza dall’attuale dinamica politica e dai rischi al ribasso associati alle proiezioni del debito pubblico.

 

Il rating è supportato da un’economia diversificata e ad alto valore aggiunto. L’Italia ha anche un basso indebitamento del settore privato, un sistema pensionistico pubblico sostenibile, scadenza media del debito pubblico relativamente favorevole (6,7 anni) e rendimento medio all’emissione (1,4%), una quota trascurabile di debito in valuta estera, un’eccedenza delle partite correnti.

Instabilità politica e rischio elezioni anticipate

Fitch crede che l’instabilità che caratterizza l’attuale governo andrà ad accentuarsi nella seconda metà dell’anno e un voto anticipato è probabile.”Non ci aspettiamo – rimarca l’agenzia di rating – che il governo italiano duri l’intero mandato e vediamo un aumento delle probabilità di elezioni anticipate a partire dalla seconda metà di quest’anno”. Fitch ritiene possibile una nuova maggioranza di centrodestra con la Lega propensa ad andare alle urne prima del previsto e allearsi con Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Governo punta su ripresa nella seconda metà dell’anno

Il governo ha accolto con favore la conferma del rating da parte di Fitch. “Le valutazioni di Fitch confermano la solidità economica del nostro Paese e, come era prevedibile, risentono del rallentamento economico transitorio che sta investendo tutto il continente europeo”, recita una nota di palazzo Chigi che conferma la previsione di una seconda parte dell’anno in ripresa sotto la spinta delle misure di politica economica e del miglioramento del quadro macroeconomico internazionale. “Siamo certi – prosegue la nota – dell’impatto positivo sulla crescita e sulla produttività che avranno il corposo piano di investimenti pubblici, le riforme strutturali adottate a sostegno degli investimenti privati, le misure fiscali in favore delle imprese e il potenziamento del sistema di reinserimento al lavoro associato al reddito di cittadinanza”.

 

Le stime di Fitch su PIL e deficit

Fitch prevede una crescita del PIL dello 0,3% nel 2019, in calo dallo 0,8% nel 2018 (rispetto all’1,2% previsto per entrambi gli anni nella precedente revisione di agosto), con una crescita degli investimenti che è scesa dello 0,4% rispetto al 3,8% dell’anno scorso. Fitch prevede un aumento del deficit al 2,3% quest’anno e al 2,7% nel 2020. Questa proiezione di sottoperformance rispetto all’obiettivo di disavanzo pubblico del 2019 del 2% è principalmente dovuta a una crescita del PIL più debole rispetto all’1% previsto dal governo; “non prevediamo nuove misure nel corso dell’anno in risposta a tale slittamento guidato dal ciclo”, rimarca Fitch escludndo quindi una manovra correttiva.

La previsione di deficit 2020 del 2,7% del PIL presuppone che non ci sia un’attivazione degli aumenti dell’IVA che rappresentano l’1,2% del PIL di nuove entrate nell’ambito dell’attuale piano del governo per un deficit dell’1,8% del PIL l’anno prossimo. “Prevediamo solo misure di compensazione parziale, la cui natura non è chiara, ma potrebbero includere ulteriori imposte sul settore finanziario e entrate derivanti dalla razionalizzazione delle aliquote fiscali”.