Notizie Notizie Mondo L’economia Usa migliora, ma la Fed non intende cambiare direzione

L’economia Usa migliora, ma la Fed non intende cambiare direzione

3 Marzo 2011 08:23

L’economia Usa a inizio 2011 cresce a ritmi modesti mentre il mercato del lavoro registra segnali di lievi miglioramenti. Questo il quadro disegnato nel Beige Book, il rapporto sulla congiuntura americana che viene pubblicato dalla Federal Reserve ogni sei settimane. I segnali positivi, seppur modesti, non tranquillizzano però Ben Bernanke, che ieri non ha escluso il varo di nuove misure di quantitative easing, nonostante suoni più forte che mai il campanello d’allarme sul debito pubblico.


Il Beige Book ha rilevato che “l’attività economica ha continuato a espandersi a un passo tra il modesto e il moderato tra gennaio e l’inizio di febbraio”. Un andamento che trova conferma dal recente dato sulla produzione manifatturiera balzata ai livelli del 2004. Intanto, si intravedono miglioramenti anche sul mercato del lavoro, il tasto dolente dell’economia Usa. Il settore privato statunitense a febbario ha creato 217 mila nuovi posti di lavoro, oltre le attese ferme a 180 mila. Il dato, rilevato nel sondaggio Adp, anticipa le più importanti indicazioni che verranno rese note domani. La vera prova sarà infatti venerdì pomeriggio con il tasso di disoccupazione a febbraio e la variazione degli occupati non agricoli. Gli analisti si aspettano un lieve aumento della disoccupazione al 9,1% dal precedente 9%. Il Beige Book ha infatti precisato che “in alcuni distretti i licenziamenti sono ancora molti”.


Nonostante i segnali positivi, le difficoltà per la prima economia mondiale rimangono. Tanto che ieri, Ben Bernanke, governatore della Federal Reserve, non ha escluso un nuovo piano di quantitative easing. Dalle sue parole, sembra non ci sia nessuna intenzione di cambiare direzione nella politica monetaria, nonostante le critiche dei repubblicani preoccupati dell’elevato debito pubblico. Il deficit è infatti l’allarme che risuona alle orecchie del governo. Se infatti i repubblicani non permetteranno di alzare il tetto sul debito, nel caso in cui i democratici non accetteranno drastici tagli alla spesa, lo spettro dell’insolvenza comparirà anche in America.


Un rischio che preoccupa anche Bernanke. L’ipotesi di un default sarebbe “molto pericolosa”, con un balzo dei tassi e una possibile nuova crisi. Ma per il momento, la Fed continuerà per la sua strada e contollare la situazione anche per quanto riguarda l’inflazione. “Saremo pronti a rispondere nel modo più consono a garantire la continuazione della ripresa economica in un contesto di prezzi stabili”, ha detto in questi giorni Bernanke al Congresso. Nessuna stretta monetaria in vista almeno fino a quando l’economia non sarà in grado di crescere senza l’aiuto della Fed, fino a che l’occupazione non migliorerà a ritmi stabili e l’inflazione non raggiungerà la soglia del 2%. Su queste prospettive, gli analisti non si aspettano una revisione dei tassi di interesse fino all’inizio del prossimo anno (il 15 marzo è in calendario la riunione della Fed per decidere sui tassi).