Rubriche e analisi Buy, Sell, Hold: come interpretare le raccomandazioni degli analisti

Buy, Sell, Hold: come interpretare le raccomandazioni degli analisti

Pubblicato 23 Gennaio 2024 Aggiornato 27 Febbraio 2024 14:11

Chi segue i mercati finanziari, e in particolar l’azionario, si trova spesso a leggere frasi come: “Equita Sim ha alzato la raccomandazione su Enel a BUY”, oppure “Barclays ha abbassato il target price su Stellantis a 25 euro”. Ma qual è il significato di queste affermazioni?

Vediamo chi sono gli analisti, quali giudizi possono esprimere sui titoli e su cosa si basano le raccomandazioni.

Chi sono gli analisti e come operano

Nell’ambito della loro attività di consulenza e di gestione dei patrimoni, le banche e le case di brokeraggio svolgono un continuo lavoro di valutazione delle società quotate, attribuendo loro un prezzo obiettivo (“target price”) e una raccomandazione.

Tra le principali banche e società di intermediazione mobiliare italiane che svolgono questo compito si possono citare Banca Akros, Equita, Intermonte, Intesa e Mediobanca. In Europa si possono menzionare Barclays, Berenberg, BNP Paribas, Deutsche Bank, Societé Generale e Ubs. Negli Usa i più noti istituti includono Citigroup, Goldman Sachs, JPMorgan e Morgan Stanley, mentre in Asia operano ad esempio le giapponesi Nomura e Mizuho Bank.

Le ricerche degli analisti finanziari sono il più possibile indipendenti, anche se i broker precisano la possibile esistenza di rapporti con le società in questione, come la prestazione di eventuali servizi di investimento o di operazioni sugli strumenti finanziari degli emittenti, che potrebbero generare potenziali conflitti di interessi (dettagliatamente specificati).

I giudizi degli analisti forniscono dunque indicazioni utili per pendere decisioni di investimento, ma devono essere supportati da un’adeguata conoscenza e non devono essere intesi come sollecitazioni a effettuare operazioni.

Quali raccomandazioni possono esprimere i broker: Buy, Sell, Hold

Le raccomandazioni che gli analisti esprimono ricadono fondamentalmente in tre categorie:

  • Buy, quando si consiglia di acquistare il titolo, poiché il suo valore dovrebbe aumentare in futuro;
  • Hold, quando è consigliato mantenere il titolo in portafoglio, per il quale è attesa una variazione limitata;
  • Sell, quando è preferibile vendere il titolo poiché la sua valutazione è prevista in calo.

Fra i giudizi positivi, di acquisto, si possono trovare anche Outperform, Overweight, Add, Accumulate; al posto di Hold è possibile imbattersi in termini come Neutral, Market Perform, Equalweight; infine, tra le raccomandazioni negative si possono annoverare Underperform, Reduce, Underweight.

Esistono anche valutazioni più estreme, come “strong buy” e “strong sell”, che rafforzano ulteriormente la previsione in positivo o in negativo. In circostanze particolari il giudizio può anche essere sospeso, oppure venire volontariamente omesso (“nessun rating”).

Quando la raccomandazione viene emessa per la prima volta, si parla generalmente di avvio della copertura. In seguito, gli analisti possono confermare il giudizio, rivederlo al rialzo oppure al ribasso, senza preavviso. Solitamente, la pubblicazione dei risultati trimestrali, di una guidance aggiornata o di un piano industriale portano ad un aggiornamento in senso lato del rating.

Le raccomandazioni degli analisti per la settimana del 22 gennaio:

https://www.finanzaonline.com/notizie/ftse-mib-tutte-le-raccomandazioni-buy-e-sell-degli-analisti-sui-titoli

Su cosa si basano le raccomandazioni e perché sono importanti

Le raccomandazioni dei broker sono il risultato di una serie di analisi sulla documentazione pubblica fornita dalla società emittente (come bilanci e materiale per la stampa), informazioni riportate da provider di servizi finanziari (Bloomberg, Reuters, Factset) o altre pubblicazioni di carattere economico-finanziario, a livello nazionale e internazionale.

Per calcolare i target price, vengono solitamente utilizzati uno o più metodi di valutazione aziendale. I più noti sono i modelli DCF (Discounted Cash Flow, ovvero l’attualizzazione dei flussi di cassa attesi in futuro) e il confronto dei multipli (P/E, EV/Ebitda o altri, con un campione di società comparabili). Per i titoli finanziari è anche possibile paragonare il ROE, il costo del capitale e il P/BV (price to book value). Un altro metodo molto utilizzato è il cosiddetto “Sum Of The Parts” (SOTP), un approccio basato sulla valutazione separata delle singole unit e la loro successiva somma per determinare il valore complessivo dell’azienda.

La raccomandazione e il target price sono correlati, ma non necessariamente coincidono totalmente. I giudizi, infatti, sono una sono una funzione del ritorno atteso (total return, comprensivo dei dividendi) nell’arco dei 12 mesi successivi e del grado di rischio associato al titolo, che a sua volta dipende da fattori come liquidità e volatilità. Sulla raccomandazione possono incidere elementi come il momentum degli utili, gli scenari di M&A, ma anche il business model della società e il suo settore di appartenenza.

Ogni broker ha i propri parametri per definire se un titolo è Buy, Hold o Sell; mediamente il consiglio di acquisto indica un total return atteso superiore al 10-15%, la raccomandazione di vendita una perdita intorno al 10% e il rating neutrale una performance intermedia. È dunque importante conoscere la scala esatta dei rating del broker per comprendere il significato della raccomandazione.