Zona Euro: Fmi, shock negativi potrebbero bloccare la ripresa. Bce si prepari ad acquistare asset
La ripresa europea resta fragile, nuovi shock potrebbero vanificare i progressi fatti finora. È quanto emerge dal rapporto conclusivo della missione di monitoraggio Articolo IV del Fondo monetario internazionale. “Con uno spazio di manovra limitato nel breve termine, nuovi shock negativi potrebbero minare il sentiment di mercato, fermare la ripresa dell’economia e ridurre ulteriormente l’inflazione di Eurolandia fino a spingere i prezzi in deflazione”, si legge in una nota dell’istituto con sede a Washington.
Secondo gli esperti del Fmi, tre sono le direttrici entro cui si deve muovere l’attività delle autorità europee: sostegno della domanda interna, riforma del settore bancario e riforme strutturali. Nuovi shock non vanno combattuti con la politica fiscale perché nuove misure restrittive potrebbero avere effetti negativi. “L’attuale situazione fiscale è appropriata, qualsiasi ulteriore sorpresa negativa non dovrebbe attivare nuove misure di consolidamento perché avrebbero effetti controproducenti”. Politiche nazionali devono essere utilizzate “per sostenere la crescita” laddove c’è spazio per farlo.
Nel caso della riforma del settore finanziario, il Fmi sottolinea l’urgenza di ripulire i bilanci delle banche e di ridurre la frammentazione tra le diverse aree geografiche. Dal fronte delle riforme strutturali il focus è rivolto a tre aree specifiche “la differenziazione del funding delle imprese […], la rimozione degli ostacoli all’occupazione giovanile […] e investimenti pubblici nei Paesi creditori e riforme per l’incremento della competitività in quelli debitori”.
In un contesto caratterizzato da una ripresa “eccessivamente frammentata”, la Banca centrale europea dovrebbe prepararsi a incrementare le misure di stimolo. Nell’anno corrente l’istituto guidato da Christine Lagarde ha ridotto la view sulla crescita di Eurolandia dall’1,2 all’1,1 per cento e l’outlook sull’andamento dei prezzi al consumo dallo 0,9 allo 0,7%. “Se l’inflazione dovesse confermarsi troppo bassa, la Bce dovrebbe considerare l’eventualità di allargare il proprio bilancio, anche tramite acquisti di asset“.