WTO dà ragione a Trump: dal 18 ottobre dazi 25% su prodotti Ue per 7,5 MLD. Francia pronta a ritorsioni

Il via libera che il WTO ha dato allo schiaffo commerciale di Donald Trump all’Europa ha fatto tremare nelle ultime ore le borse di tutto il mondo. L’Organizzazione mondiale del Commercio ha dato l’ok al piano Usa di imporre dazi del 25% su prodotti europei, in risposta alle presunte sovvenzioni illegali che Bruxelles erogherebbe a favore del colosso aerospaziale francese Airbus.
I dazi contro i prodotti europei scatteranno subito, il prossimo 18 ottobre, come ha annunciato il responsabile Usa per il commercio, Robert Lightizer.
Il funzionario ha precisato che Trump vuole comunque trattare con l’Ue per limare le tensioni commerciali. Ma l’invito a sedersi al tavolo dei negoziati sa tanto di un’offerta pro-forma. Parigi ha già risposto, con la portavoce del governo di Macron Sibeth Ndiaye che ha così annunciato:
“Se Washington a ottobre applicherà le sanzioni contro i prodotti europei, ovviamente ci saranno misure di ritorsione da parte nostra contro gli Stati Uniti, in consultazione con l’Unione Europea”.
La guerra commerciale non solo non si smorza (questa era la speranza, in attesa delle trattative imminenti tra gli Stati Uniti e la Cina), ma si intensifica, mettendo in allarme il mondo intero, con evidenti ripercussioni sulla propensione al rischio degli investitori.
La notizia della decisione del WTO, arrivata nella giornata di ieri, ha messo in allarme, tra gli altri, il numero uno di Confindustria, Vincenzo Boccia che, parlando a margine di un evento alla Luiss, ha commentato con le seguenti parole:
“L’Italia rischia, l’Europa rischia. I mercati globali rallenteranno ancora di più, i dazi non sono mai una bella notizia”. “Questo apre una riflessione – ha detto ancora – quella di una maggiore integrazione politica europea. Perchè di fronte a queste questioni il mercato più ricco del mondo, l’Europa, può e deve chiaramente reagire per riequilibrare questa posizione in termini anche di potere contrattuale con le altre aree del mondo”.
Tra i prodotti del Made in Italy che saranno colpiti dalle tariffe punitive del 25%, ci sono, in base a quanto emerge da una lista pubblicata dall’amministrazione Usa dopo l’annuncio del WTO, il pecorino romano, il parmigiano reggiano, il provolone e il prosciutto. Tra le vittime europee illustri figurano anche i vini francesi, il whiskey scozzese, l’Emmenthal svizzero e la groviera.
Colpiti gli aerei commerciali, che dovrebbero far fronte a dazi pari al 10%.
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Cia su WTO: evitare guerra commerciale pericolosissima
Le associazioni che rappresentano il mercato dell’agricoltura del made in Italy si fanno avanti con diverse proposte. Tra queste la Cia, associazione nazionale degli Agricoltori Italiani, con il presidente Dino Scanavino, che sottolinea:
“I dazi Usa all’Ue per 7,5 miliardi di dollari rappresentano un duro colpo per il Made in Italy, sia da un punto di vista economico, visto che l’agroalimentare è un settore particolarmente sensibile agli scambi commerciali, sia da un punto di vista politico, considerato che Cia guarda a un mondo aperto al libero scambio e non bloccato da barriere protezionistiche, per sviluppare le opportunità di creare ricchezza attraverso l’export. In particolare su quei mercati, come gli Stati Uniti, dove l’Italia può giocare un ruolo di esportatore netto”.
Detto questo, la Cia è contraria all’ipotesi di ritorsioni.
“L’imposizione reciproca di contromisure, Usa verso Ue e viceversa – ha avvertito Scanavino – non farebbe che infliggere danni alle imprese e ai cittadini e mettere a rischio un mercato florido per le nostre aziende. Evidentemente, se tra Stati Uniti ed Europa non si fosse interrotto il processo negoziale del TTIP all’interno di una cornice commerciale bilaterale nel rispetto del principio di reciprocità delle regole commerciali, tutto questo non sarebbe successo”.
“Gli Stati Uniti rappresentano il terzo mercato di sbocco dell’export agroalimentare tricolori – ha ricordato il numero uno della Cia – Solo nell’ultimo anno, tra prodotti agricoli, cibi e bevande, l’Italia ha spedito 4,2 miliardi di euro sul mercato statunitense. Ogni 10 prodotti agroalimentari Made in Italy venduti nel mondo, uno finisce sulle tavole a stelle e strisce. Per le vendite estere di vino, gli Usa sono il primo mercato di sbocco con oltre 1,4 miliardi di euro e un peso sulle esportazioni totali oltreoceano del 35%”.
“Ora bisogna lavorare per trovare con gli Usa una soluzione equa ed equilibrata ed evitare una guerra commerciale pericolosissima. Pertanto, chiediamo al governo e al premier Giuseppe Conte di continuare sulla strada della diplomazia, cogliendo l’occasione della riunione dei capi di Stato della Ue, prevista per metà ottobre, per ridiscutere la questione dazi”.
Il commento del premier Giuseppe Conte non si è fatto attendere. Alla notizia della decisione del WTO, il presidente del Consiglio, che si trovava a Cagliari, si è così espresso:
“L’altro giorno sono stato a Bologna ospite della Coldiretti e ho detto che ero preoccupato. Purtroppo sono stato buon profeta, era nell’aria che ci fosse questo esito dell’arbitrato al Wto. Il problema è molto serio. Ieri ho ricevuto il Segretario di Stato Usa Pompeo a Palazzo Chigi ed è stato uno dei temi che ho toccato. L’Italia si rende conto che c’è una tensione commerciale a livello globale e la prospettiva del confronto sui dazi tra Usa e Ue non può non considerare che noi siamo coinvolti come Ue ma confidiamo di poter ricevere attenzione su alcune nostre produzioni che riteniamo strategiche”.