News Indici e quotazioni Wall Street: S&P 500 schiva il bear market, ma l’orso rimane in agguato. G7 pronto a monitorare volatilità mercati

Wall Street: S&P 500 schiva il bear market, ma l’orso rimane in agguato. G7 pronto a monitorare volatilità mercati

Pubblicato 20 Maggio 2022 Aggiornato 19 Luglio 2022 12:06
Voglia di buy a Wall Street, dopo l'ennesima settimana di ribassi. Oggi il sentiment positivo si spiega con il taglio dei tassi in Cina: alle 16 circa ora italiana il Dow Jones sale di oltre 150 punti (+0,50%), a 31.402 punti. Lo S&P 500 avanza dello 0,74% a 3.928, mentre il Nasdaq mette a segno un progresso dello 0,90% a 11.484.

Focus sul dollaro Usa, che si avvia a chiudere in ribasso per la prima delle ultime sette settimane, e a concludere, anche, la settimana peggiore dall'inizio di febbraio.

Motivo: il forte dietrofront dei tassi dei Treasuries Usa (in pochi giorni da un valore vicino al 3,2% al 2,83%), che rende meno appetibile gli asset denominati in dollari. E così, dopo il balzo del 10% delle ultime due settimane, il Dollar Index si appresta a chiudere la settimana in flessione dell'1,5% a 102,96, a fronte della rimonta dell'eurom che si spiega con i toni decisamente più hawkish della Bce di Christine Lagarde.

Verso le 13.40 ora italiana, i futures sul Dow Jones salgono dello 0,80%, quelli sullo S&P 500 avanzano dell'1,02% e quelli sul Nasdaq salgono dell'1,4% circa.

La riunione dei ministri delle finanze del G7 è terminata con un comunicato in cui è stata ribadita la necessità di monitorare i mercati a causa della recente volatilità, e in cui è stato riaffermato, anche, l'impegno sui rapporti di cambio.

Riconosciute le preoccupazioni del Giappone sul forte indebolimento dello yen nei confronti del dollaro.

I ministri hanno ribadito che sono i mercati che devono stabilire i rapporti di cambio, ma che il G7 si coordinerà comunque sulle mosse delle valute, per evitare che movimenti troppo violenti finiscano con il ripercuotersi sulla crescita.

Oggi la People's Bank of China – banca centrale della Cina – ha annunciato la decisione di confermare il tasso di finanziamento loan prime rate (LPR) a un anno al 3,7%, tagliando invece il tasso a cinque anni dal 4,6% al 4,45%. La riduzione, pari a 15 punti base, è la più forte dal 2019.

I tassi LPR sono i tassi di riferimento sui prestiti che vengono stabiliti mensilmente da 18 banche cinesi. La mossa espansiva riflette chiaramente l'intenzione della banca centrale cinese di intervenire a sostegno dell'economia del paese che, secondo gli economisti, soffrirà nel trimestre in corso una contrazione, a causa delle misure di lockdown che il governo di Pechino ha lanciato per contrastare la recente ondata di Covid-19, nell'ambito della sua zero Covid
policy.

L'intervento della People's Bank of China, che si è detta tra l'altro pronta a lanciare nuove misure di politica monetaria espansiva ha scatenato i buy sulle borse asiatiche.

Ma il bilancio settimanale nel caso di Wall Street è decisamente in rosso.

Il Dow Jones si appresta a concludere la settimana in flessione del 2,8%, con un trend negativo per l'ottava settimana consecutiva, la fase ribassista più lunga dal 1932. Lo S&P 500 e il Nasdaq sono orientati a chiudere la settima settimana consecutiva in ribasso, con lo S&P 500 in flessione del 19% rispetto al precedente record testato agli inizi di gennaio.

Se le perdite arriveranno a -20%, l'indice benchmark scivolerà in bear market per la prima volta dal marzo 2020, mese in cui risuonò in tutto il mondo l'alert della pandemia Covid.

Ieri lo S&P 500 è sceso dello 0,58% a 3.900,79, mentre il Dow Jones Industrial Average ha perso 236,94 punti (-0,75%), 31.253,13. Il Nasdaq Composite ha ceduto lo 0,26% a 11.388,50.