Wall Street segna nuovi record, Piazza Affari a caccia dei 23mila punti: lavoro Usa spinge i mercati
Nuovi record per Wall Street, listini europei in accelerazione e Piazza Affari a caccia deI 23 mila punti (livello che non tocca da maggio 2018) In questo finale d’ottava. Da una sponda all’altra dell’Atlantico i mercati hanno accolto bene i dati sul mercato del lavoro americano superiori alle attese. La giornata mostra una intonazione rialzista: a Milano il Ftse Mib poco prima della 16 guadagna circa l’1% a 22.928, mentre il Dax e il Cac 40 avanzano rispettivamente dello 0,8% e dello 0,7 per cento. Partenza sprint anche per Wall Street, con l’S&P 500 e il Nasdaq che segnano nuovi massimi nei primi minuti di scambi. Adesso il Dow Jones avanza dello 0,9%, l’S&P 500 segna un +0,77% e il Nasdaq mostra un rialzo di quasi l’1 per cento.
Payrolls supportano una pausa sui tassi…ma per quanto?
Indicazioni positive sono arrivate dalle buste paga nei settori non agricoli, le cosiddette non farm payrolls: a ottobre sono stati creati 128mila nuovi posti, in calo rispetto ai 180mila del mese prima (dato rivisto dal precedente +136mila), ma oltre le stime degli analisti che pronosticavano +95mila unità.
Il tasso di disoccupazione si è attestato a ottobre al 3,6%, tornando a salire rispetto a settembre quando a sorpresa era sceso al 3,5%, sui livelli minimi da dicembre 1969. Il dato è comunque in linea con le attese degli analisti. Quanto al salario medio orario ha segnato lo scorso mese una crescita dello 0,2% rispetto al mese precedente. A settembre la variazione era stata nulla. Le stime degli analisti erano per una variazione mensile di +0,3%. La variazione annua risulta di +3%.
Molto attesa anche la lettura dell’Ism manifatturiero che migliora ma non tanto da centrare le attese del mercato. Il dato si è attestato a 48,3 punti contro i 47,8 punti della passata rilevazione, in calo rispetto ai 48,9 punti indicati dagli analisti. Un dato che risente della guerra commerciale con la cina, ma anche della debolezza dell’economia globale.
I dati sul mercato del lavoro arrivano a due giorni di distanza dalla riunione della Federal Reserve. In quella occasione la banca centrale americana, rispettando le attese della vigilia, ha tagliato il costo del denaro di 25 punti base, portando i Fed Funds nel range compreso tra 1,50%-1,75 per cento. Si tratta della terza stretta e forse ultima del 2019. Si perché la Fed ha lasciato intendere che potrebbe decidere di fare una pausa nella recente politica monetaria espansiva. E i dati sul mercato del lavoro usciti oggi sembrano dare ragione alla Fed, pronta a prendersi una ‘pausa’ a dicembre.
Secondo James Knightley, chief international economist di Ing, “il report odierno sembra supportare la valutazione” della Fed. L’esperto però mostra una certa cautela e spiega: “Continuiamo porre l’attenzione sul flusso dati indica che il rallentamento iniziato nel settore manifatturiero si sta diffondendo ad altri settori dell’economia”.
Il focus torna su trade war
“I dati Usa sostengono le scelte della Fed, il lavoro tiene, battendo le attese. Le nubi restano dunque relativamente lontane, con un mercato del lavoro ancora in crescita. I mercati azionari si muovono di conseguenza, restando in verde, mentre l’oro frena nuovamente verso i 1.500 dollari l’oncia, per poi riprendere quota dopo i dati sull’indice manifatturiero Ism leggermente sotto le attese”, commenta Carlo Alberto De Casa, capo analista di ActivTrades, contattato da Finanzaonline, dopo la pubblicazione dei dati. L’esperto sottolinea che adesso “il focus si sposta nuovamente sulla questione trade war, sia fra Stati Uniti e Cina ma anche tra States ed Europa, mentre si calmierano le attese in merito a nuovi tagli da parte della Fed”. Per quanto riguarda la questione Brexit tutto resta da definire, con un mese di dicembre destinato a rivelarsi cruciale.