Wall Street reduce da lunedì nero, bucati livelli chiave. Ecco cosa dice la storia

Cosa aspettarsi da Wall Street dopo i potenti sell off della vigilia scatenati dal panico per il coronavirus e relativa malattia COVID-19? Il Dow Jones ha sofferto, in termini di punti, il terzo tonfo più forte dei suoi 124 anni di storia, precipitando durante la sessione di -1.079,97 punti, fino al minimo intraday di 27.912,44 punti.
Alla fine, l’indice ha perso 1.031,60 punti, -3,6%, a 27.960,80 punti. Lo S&P 500 ha chiuso in flessione del 3,35%, cedendo 111,86 punti, a 3.225,89; il Nasdaq Composite ha fatto -355,31 punti, o -3,71%, per chiudere la sessione a 9.221,28. Il ribasso dei listini è stato così, in media, superiore a -3%.
Molto preoccupante, per chi vede l’inversione della curva dei rendimenti come un segnale che anticipa l’arrivo di una recessione, il tonfo dei rendimenti dei Treasuries (provocato dalla decisione degli investitori di rifugiarsi in questi asset): i tassi decennali hanno bucato proprio quella soglia cruciale che gli analisti di Bank of America Merrill Lynch avevano identificato come soglia pericolo recessione, scivolando di oltre 10 punti base all’1,367%.
Facendo il punto della situazione su Wall Street dall’inizio del 2020, il Dow Jones è ora negativo con una perdita del 2%, lo S&P 500 è in ribasso dello 0,2%, il Nasdaq rimane positivo con un rialzo del 2,8%.
Fattore importante, da un punto di vista tecnico, è il trend dell’indice S&P 500, che ha bucato la media mobile a 50 giorni per la prima volta da ottobre. Il valore della media mobile oscilla attorno a 3.275,90 punti, come segnala il grafico.
Anche il Dow Jones ha chiuso ben al di sotto della sua media mobile a 50 giorni fissata a 28.805,54, e lievemente al di sopra della media mobile a 200 giorni a 27.224,03 punti.
Dopo un sell off così importante, viene da farsi la seguente domanda: come si muoveranno gli indici azionari Usa?
Dai dati di Dow Jones Market Data emerge che, le ultime dieci volte che è sceso del 3%, l’indice S&P 500 ha perso lo 0,27%, in media, nella sessione successiva.
Detto questo, la performance media del listino è migliorata in misura netta nella settimana, mese e anno successivi, come illustra la tabella.
I ricercatori di Bespoke Investment Group sono andati anche oltre nel cercare di prevedere il futuro trend di Wall Street ricordando che, nel corso degli ultimi 11 anni, i cali superiori al 2% sofferti dallo S&P 500 sono stati seguiti da solidi recuperi, soprattutto se la flessione avveniva di lunedì.
“Dal marzo del 2009, ci sono stati 18 cali pari o superiori al 2% nelle giornate di lunedì, e lo SPY (S&P 500) ha assistito poi a un guadagno, in media, dell’1,02% il giorno successivo”. Vedremo tra qualche ora, alla fine della sessione.
Più pratico il consiglio di Chris Weston, responsabile della divisione di ricerca del broker australiano sul forex Pepperstone.
A suo avviso, gli investitori dovranno da ora in avanti prestare attenzione a un livello preciso dello S&P 500: quota 3.200 punti.
“I tori dovranno difendere questo livello o sarà good night Vienna“, ha detto Weston, che ha fornito il seguente grafico dello S&P 500.