Notizie Notizie Mondo Wall Street da sballo (+12% il Nasdaq) con tregua sui dazi. Ecco cosa ha fatto ricredere Trump

Wall Street da sballo (+12% il Nasdaq) con tregua sui dazi. Ecco cosa ha fatto ricredere Trump

10 Aprile 2025 08:46

Ieri sera alle 19:18 in Italia e con Wall Street in piena contrattazione, Donald Trump scompagina le carte e pubblica sulla sua piattaforma social Truth Social una tregua di 90 giorni dei dazi reciproci annunciati (a mercati chiusi) esattamente una settimana prima. Tregua valida solo per i Paesi che non hanno adottato misure di ritorsione.

Trump ‘grazia’ quasi tutti, rally forsennato di Wall Street

“Considerata la mancanza di rispetto dimostrata dalla Cina nei confronti dei mercati mondiali, aumento la tariffa doganale applicata alla Cina dagli Stati Uniti d’America al 125%, con effetto immediato”, ha scritto Trump su Truth Social, aggiungendo che si auspica che nel prossimo futuro la Cina “si renderà conto che i tempi in cui si continuava a derubare gli Stati Uniti e altri Paesi non sono più sostenibili né accettabili”.

“Al contrario – prosegue il presidente degli Stati Uniti – e sulla base del fatto che oltre 75 Paesi hanno chiamato rappresentanti degli Stati Uniti… e che questi Paesi, su mio forte suggerimento, non hanno esercitato ritorsioni in alcun modo o forma contro gli Stati Uniti, ho autorizzato una PAUSA di 90 giorni e una tariffa reciproca sostanzialmente ridotta del 10% durante questo periodo, sempre con effetto immediato”.

Trump ha quindi aumentato ulteriormente i dazi sulle importazioni cinesi dal 104% al 125%, aumentando le tensioni commerciali tra le due maggiori economie del mondo. Tra i Paesi esclusi dalla tregua ci sono anche Messico e Canada. Per tutti gli altri rimangono i dazi base al 10%.

Immediata la reazione euforica di Wall Street. Ieri sera l’S&P 500 è salito del 9,5%, mentre il Nasdaq è salito del 12,2% e il Dow Jones Industrial Average ha chiuso in rialzo di quasi l’8%.

Un rally da capogiro che segna uno dei maggiori rialzi giornalieri dalla Seconda Guerra Mondiale. L’S&P 500 che ha registrato la sua migliore giornata dal 2008, mentre per il Nasdaq è stata la seconda migliore giornata di sempre.

Futures segnano un rientro dell’euforia

Stamattina intanto i futures statunitensi preannunciano un avvio incerto oggi complice l’entrata in vigore dei dazi cinesi sui beni statunitensi. I futures sull’S&P 500 cedono lo 0,6% circa, mentre i futures sul Nasdaq 100 oltre l’1%.

L’annuncio di Trump ha dato fiato anche alla risalita, anche se più cauta, del petrolio con il Brent tornato a 65 dollari al barile (+4%), mentre l’oro si è riportato sopra i 3mila dollari l’oncia.

Il caos sui Treasury

Sull’obbligazionario il rendimento decennale dei Treasury viaggia al 4,3% sotto i massimi di giornata, ma ancora ben sopra dei livelli (sotto il 4%) di qualche giorno fa, prima che scattassero fitte vendite sui titoli di stato Usa. I rendimenti a lungo termine alle stelle, con il più grande balzo di tre giorni dal 2001, sono un grattacapo non da poco per Trump in quanto ai suoi elettori ha promesso meno inflazione e invece adesso rischia di innescare un ulteriore aumento dei prezzi con anche un aumento dei costi di finanziamento.
“Le segnalazioni di liquidazioni di posizioni dall’estero, hanno alimentato i timori che i titoli del Tesoro Usa potessero perdere il loro tradizionale status di bene rifugio. Per ora, pericolo scongiurato”, rimarca Saverio Berlinzani , analista Senior di ActivTrades.

Proprio il caos sui titoli di Stato Usa con il trentennale che si era portato il area 5% è stato, stando a quanto riporta Bloomberg, il principale motivo che ha fatto ricredere Trump, così come il forte scetticismo mostrato da grandi banchieri come Jamie Dimon. Il ceo di Jp Morgan ha affermato ieri mattina che era “perfettamente ragionevole” concludere che il commercio globale fosse ingiusto incoraggiando i responsabili delle politiche estere ad adottare un approccio calmo e a “negoziare accordi commerciali”. Parole apprezzate da Trump. Dimon, tuttavia, ha anche avvertito che le mosse di Trump potrebbero portare a una recessione e che le aziende stanno riducendo i costi a causa dell’incertezza. “I mercati non hanno sempre ragione, ma a volte sì”, ha affermato il banchiere. 

Schiarita passeggera? Analisti predicano cautela

Bisognerà vedere se questa schiarita sarà passeggera o duratura. Molto dipenderà da come evolveranno i negoziati nelle prossime settimane. Da quando Trump è alla Casa Bianca gli annunci e successive pause si sono già palesati il mese scorso, solo per vedere i dazi inizialmente annunciati essere reintrodotti come nel caso di Messico e Canada. Pertanto, l’incertezza di fondo rimane molto alta.

“La situazione attuale non è solo caotica, è folle”, afferma Carsten Brzeski, responsabile macro globale di Ing, che invita alla cautela. “Considerando che, oltre a Messico e Canada, i partner commerciali più importanti degli Stati Uniti, ossia Cina e Unione Europea, non hanno avviato negoziati, questa ‘vittoria’ sembra una grande festa, visto che la tua nazionale di calcio preferita ha appena vinto contro San Marino. Senza offesa per San Marino”, è il commento laconico di Brzeski.

“La cautela rimane giustificata – prosegue – e ricordate che il presidente Trump ha bisogno di entrate per finanziare i tagli fiscali promessi. Sarebbe una sorpresa se l’annuncio di stasera fosse davvero il ritorno del ‘buon senso'”.

Resta altissima la tensione Washington-Pechino

La Cina ha aumentato le tariffe sulle importazioni statunitensi all’84%, dal 34% precedente, come ritorsione all’aumento delle tariffe di Trump, che a sua volta ieri ha deciso un ulteriore aumento dal 104 al 125% se Pechino non toglierà i suoi dazi.

E da Pechino provengono circa il 15% delle importazioni statunitensi, e una grossa fetta in più proviene dalla Cina attraverso Vietnam, Thailandia, Malesia e altri paesi asiatici.