Wall Street: buy o sell? Da Goldman Sachs i target price dello S&P 500. Con tanto di attenti dall’indicatore RAI
E’ il momento di vendere? Di comprare? Goldman Sachs sembra ottimista, tanto che nel suo scenario di base prevede un rialzo dello S&P 500 pari a +14% nel 2021 e del 7% nel 2022, rispetto ai 3.756 punti a cui l’indice benchmark di Wall Street ha chiuso le contrattazioni del 2020.
I suoi target price sono dunque di 4.300 e di 4.400 punti, rispettivamente per la fine dell’anno e tra due anni.
Tuttavia, nel suo ultimo report focalizzato sulla strategia di portafoglio, ovvero nell’ultima edizione del Goldman Portfolio Research Strategy report, il colosso bancario americano lancia anche un avvertimento, per bocca del suo strategist Christian Mueller-Glissman.
Glissman fa notare che un importante indicatore stilato dalla stessa Goldman, il RAI (Risk Appetite Indicator, indicatore sull’appetito per il rischio) è salito la scorsa settimana a quota 1, valore che rappresenta il massimo in quattro anni e che è appena inferiore al record di sempre.
Dopo aver testato valori minimi nel primo trimestre del 2020, il RAI ha recuperato terreno, salendo in modo importante soprattutto nel quarto trimestre, grazie all’ottimismo per la ripresa dell’economia nel 2021 e alle aspettative di una politica monetaria che, secondo Goldman Sachs, rimarrà accomodante.
Il fatto che il parametro sia risalito in modo così deciso, tuttavia, significa che “intravediamo un potenziale minore per impulsi ancora più positivi da qui in avanti. Dopo la notizia del successo del vaccino anti Covid-19 di novembre, spiega Glissman, i mercati sono diventati più ottimisti sulla prospettiva di una reflazione (come confermato dal trend dei tassi sui Treasuries, con quelli decennali che hanno sfondato anche la soglia psicologica dell’1,1%).
Lo strategist ha precisato di aver assistito a un “trend ugualmente bullish anche in altri indicatori che monitorano il sentiment e il posizionamento (degli investitori) spiegando che, sebbene “raramente, presi da soli, il sentiment e il posizionamento siano elementi catalizzatori di un dietrofront (dei mercati), in casi estremi comunque aumentano il rischio (di una inversione di marcia) in caso di shock”.
Quindi, da Goldman Sachs arriva praticamente un invito ai trader e agli investitori a mettersi sull’attenti, senza tuttavia esagerare visto che i livelli elevati dell’indicatore RAI sono stati seguiti a volte dai sell sui mercati azionari, ma non sempre.
Perdite a parte, è vero che, in corrispondenza di livelli superiori a 1, i guadagni dei mercati tendono a essere più bassi, e i rischi di dietrofront aumentano. Di conseguenza, Glissman sottolinea che, “fino a quando l’indicatore RAI rimane al di sopra della soglia di 0,9 punti e non si normalizza al di sotto degli 0,75 punti, il momento è buono per ridurre tatticamente il rischio”.
La previsione dello strategist di Goldman Sachs per la borsa Usa rimane decisamente migliore rispetto a quella del responsabile economista di Citi, Tobias Levkovich, che ha scritto di recente che, guardando alla storia, in particolare ai ritorni incassati dai mercati a seguito di precedenti livelli estremi di euforia, risulta che al momento “esiste una probabilità storica del 100% di un dietrofront dei mercati nei prossimi 12 mesi”.
Oggi Wall Street rimarrà chiusa in occasione della Festività nazionale dedicata a Martin Luther King.
Per la Borsa Usa la scorsa settimana si è conclusa in rosso: il Dow Jones ha perso lo 0,9% e il Nasdaq ha ceduto l’1,5%, su base settimale, interrompendo il ciclo di quattro settimane consecutive di guadagni.
Lo S&aP 500 è arretrato dell’1,5%. Gli indici azionari hanno pagato il fenomeno Sell the News e il dato relativo alle vendite al dettaglio Usa, in un contesto di incertezza che continua a rimanere elevato.